Articolo aggiornato il 17 Dicembre 2010
L’uso di internet e dei social network, come Facebook, può influire sui comportamenti sessuali nella vita reale? Secondo i ginecologi, riunitisi recentemente al convegno “Adolescenti, sesso, internet e tv: comportamenti virtuali e rischi reali”, è proprio così: il web contribuirebbe a mantenere vivi i falsi miti sui rapporti sessuali, e renderebbe più facili e frequenti gli incontri sessuali occasionali reali. Ma non va demonizzato, perché può diventare uno strumento educativo importante.
Sono diversi gli studi internazionali che, sotto diversi punti di vista, attribuiscono all’uso di Internet, l’aumento di comportamenti sessuali imprudenti. Secondo una recente indagine pubblicata sul Journal of Adolescence Health, infatti, i social network sono fra le principali fonti di creazione di falsi miti sulla contraccezione.
Un esempio tipico, ma duro a morire, è la convinzione che la prima volta sia impossibile rimanere incinta: una leggenda che favorisce rapporti senza l’uso del preservativo, di cui si dimentica l’importanza anche per la prevenzione delle infezioni sessuali.
“In Gran Bretagna, ad esempio, è stata riscontrata una forte correlazione tra le aree in cui Facebook è molto popolare e il numero di persone affette da sifilide: i dati parlano di più 400% dei casi di contagio” afferma il professor Emilio Arisi, consigliere nazionale SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia).
E la situazione italiana non si discosta da quella internazionale: il 14% degli adolescenti manda, via mail, proprie foto di nudo per ottenere regali, il 40% guarda abitualmente immagini o video a sfondo sessuale, il 22% ha rapporti intimi con qualcuno conosciuto solo in internet. Dati che sembrano confermare come l’uso del web e dei social network in particolare favorisca un calo delle inibizioni dei più giovani, favorendo rapporti occasionali e non protetti.
Condannare e proibire l’accesso giovanile a Internet, oltre che impossibile, sarebbe deleterio (anche se è importante vigilare sempre sull’uso che i propri figli ne fanno), perché la rete in quanto tale può essere un ottimo strumento educativo, considerato che ben 7 teenager su 10, in Italia, hanno un profilo Facebook e il 17,2% trascorre sul web più di tre ore al giorno.
“Il counselling deve esplorare e indagare le esperienze e le opinioni trasmesse tramite questi nuovi “luoghi” virtuali di aggregazione” conferma Arisi. “ Noi cerchiamo di farlo: il nostro sito Sceglitu.it, con oltre 40.000 visitatori unici al mese, è diventato il portale italiano di riferimento sull’educazione sessuale. E stiamo anche sperimentando la consulenza via chat. Siamo convinti che l’educazione e la conoscenza siano gli unici strumenti che possono davvero mettere al sicuro gli adolescenti da gravidanze indesiderate e malattie sessualmente trasmissibili”.