Ragadi anali in gravidanza: come si curano?

Le ragadi anali in gravidanza sono un disturbo frequente, che può provocare dolori intensi, prurito, bruciore ed emorraggia, con conseguenze pericolose per la salute psicofisica della persona che ne soffre

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Le ragadi anali in gravidanza sono un disturbo frequente, causa di dolori intensi, talvolta insopportabili, specialmente durante la defecazione. Prurito, bruciore ed emorragia sono ulteriori sintomi associati alla loro comparsa. Le conseguenze sull’umore, già compromesso dalla delicata fase della gestazione, sono inevitabili ma anche le funzionalità gastrointestinali ne risultano intaccate. Se il problema non viene risolto sul nascere può diventare cronico, pregiudicando lo stato psicofisico di chi ne soffre. Ragioni che giustificano un intervento tempestivo, a dispetto del comune sentire, che spesso sottovaluta il disturbo o lo trascura per vergogna o poca informazione.
Esistono prodotti specifici in grado di alleviare il dolore idratando la zona ano-rettale, ma il primo passo da compiere è ovviamente la prevenzione. A tale scopo è opportuno apportare delle modifiche nello stile di vita, a partire dall’alimentazione, che dovrà privilegiare una dieta ad alto contenuto di fibre, utilissime per favorire la defecazione. Sarà inoltre fondamentale bere molto, evitare di saltare i pasti, aumentare il consumo di frutta e verdura, diminuire il consumo di spezie e cibi piccanti, svolgere attività fisica regolarmente, non reprimere la defecazione per timore del dolore, infine non abusare di lassativi.
Ma le buone abitudini riguardano anche l’igiene personale, che dovrà essere preservata seguendo alcuni accorgimenti. Innanzitutto potrà rivelarsi utile l’impiego di lubrificanti appositi da applicare prima della fase di evacuazione nonché l’utilizzo, qualora non fosse possibile lavarsi, di salviette inumidite con soluzioni lenitive ed emollienti. Si consiglia di evitare l’acqua fredda per detergere la zona interessata, di eseguire regolarmente impacchi a base di soluzione fisiologica, privilegiare indumenti intimi in fibre naturali e mantenere la zona anale il più possibile asciutta. La possibilità di intervenire chirurgicamente va vagliata esclusivamente in casi molto gravi.
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