Radiologia: troppi esami e tanti dubbi

Gli esami radiologici che la popolazione effettua mediamente sono troppi, il peggiore dei casi dipinge un quadro con il 25% delle prescrizioni over-quota e con il rischio sempre più alto che si trasmettano e si causino il formarsi di tumori e cancro, più a rischio i bambini e men gli anziani.

Articolo aggiornato il 10 Marzo 2009

RadiologiaGli esami di radiologia che la popolazione effettua sono troppi, a fare questa denuncia il New York Times, che ha spiegato come questo genere di visite sia effettuato spesso senza una motivazione contingente, o almeno a posteriori così pare, anche se non è chiaro il perché di questa prassi.
Secondo il quotidiano sarebbero troppi i medici che nei paesi occidentali prescrivono, mettendo in pericolo la salute del paziente esposto ai raggi degli esami, al punto che non si può non chiarire la questione: quasi il 2% dei tumori sono correlati a un eccesso di visite di questo genere, si reputa che esse siano forse la causa del male in almeno il 1.5% dei casi. 
 
Se questo fosse confermato un quarto dei 50 milioni di visite radiologiche in Italia sarebbero non utili, con un pericolo per il malato, che paga il fio di interessi industriali legati all’impiego dei più moderni mezzi tecnologici. 
 
A onore di cronaca il Sistema Sanitario Nazionale copre una spesa di 4.5 miliardi di euro per visite come la TAC, la risonanza magnetica, tecniche radiologiche in genere e radiografie: in quasi la metà dei casi queste visite sono non idonee al trattamento delle malattie per cui il paziente si è rivolto alla struttura. 
 
A rischio i bambini che hanno un sistema immunitario più debole, al contrario gli anziani meglio sono protetti da questo rischio, le indagini che sono effettuate con le nuove macchine permettono visite complete profonde, con una precisione altissima ma devono essere impiegate con la giusta precauzione. 
 
Gli esami inappropriati sono perseguibili legalmente, laddove sono sufficienti visite meno approfondite è bene evitare di sottoporre a eccessive radiazioni il paziente, da qui l’esempio degli Stati Uniti, dove gli esami sono effettuati con meno parsimonia. 
 
Fonte: New York Times

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