Articolo aggiornato il 20 Settembre 2012
E’ una malattia che può colpire, soprattutto i bambini: il rachitismo, una patologia delle ossa che ne compromette la formazione e la funzionalità, interessa con maggiore frequenza i più piccoli, è “tipica” dell’infanzia. Rachitismo, un termine molto usato, forse erroneamente abusato, che non può e non deve essere confuso con altre condizioni più o meno patologiche di magrezza eccessiva. Si tratta di una patologia vera e propria, che interessa lo scheletro e, in particolare, il tessuto osseo.
Rachitismo, caratteristiche e sintomi
Si tratta di una malattia scheletrico, che interessa le ossa, la matrice organica del tessuto osseo, cioè quella parte responsabile della sua formazione. Il rachitismo è il risultato di una carenza “pericolosa”: la matrice organica non dispone della giusta quantità di minerali, il “cemento” principale delle ossa. Se mancano i componenti fondamentali dello scheletro, la produzione della matrice organica viene rallentata, con risultati spiacevoli (formazione delle ossa alterata e compromessa).
I sintomi della malattia si fanno vedere, e sentire, chiari e forti sul loro bersaglio principale, le ossa. In caso di rachitismo, si possono riscontrare, alterazioni scheletriche, come la malformazione del bacino o asimmetrie del cranio, e dentali, come il ritardo nella crescita e i difetti nella struttura dei denti. Si può verificare anche un deficit della crescita del piccolo colpito dalla malattia. Tra i sintomi più frequenti, anche il dolore osseo alla palpazione, complice la fragilità delle ossa povere di calcio, e durante il movimento, soprattutto in corrispondenza del torace, del dorso e degli arti inferiori.
Tutta colpa di… Le cause
Il dito è da puntare verso l’imputato principale, il calcio. Infatti, il rachitismo è legato alla carenza di calcio e, in particolare, di vitamina D nell’organismo, necessaria per fissare il calcio nelle ossa. Quando i minerali preziosi per la crescita ossea, per rendere lo scheletro forte, robusto e sano, mancano, i problemi, a livello scheletrico, anno dopo anno, si fanno sentire.
La carenza di minerali può essere il risultato di un insufficiente apporto alimentare, ma non solo. Complici “pericolose” sono anche alcune malattie, come le allergie alimentari o le intolleranze, che interferiscono con il corretto assorbimento delle sostanze nutritive, minerali compresi.
La cura
La parola d’ordine per massimizzare i risultati garantiti dai trattamenti è tempestività. Prima si interviene per contrastare il rachitismo, meno “danni” si rischiano a carico dello scheletro.
Gli alleati migliori, in questo caso, sono gli integratori e i farmaci a base di vitamina D, di calcio e la dieta corretta, per incrementare il consumo di alimenti ricchi di calcio e vitamina D, come latte e latticini.
Ottima fonte di vitamina D, che non si assume o somministra per via orale, è il sole. Un quarto d’ora quotidiano si sole estivo è l’ideale per fare una buona scorta di vitamina D.