Le patologie tiroidee (gozzo, tiroiditi autoimmuni, ipotiroidismo e ipertiroidismo) sono molto diffuse, soprattutto in alcune regioni geografiche definite “a carenza iodica”. Lo iodio, infatti, è un importante componente degli ormoni tiroidei e un suo deficit ha ripercussioni sulla funzionalità della tiroide.
Abbiamo chiesto alla dr.ssa Chiara Tuccilli, Biologa e Dottore di Ricerca in Endocrinologia, di spiegarci quali sono i sintomi dei disturbi tiroidei e cosa è bene mangiare e cosa no.
Quali sono i sintomi dei problemi alla tiroide?
I sintomi e i segni dei problemi alla tiroide sono diversi, poiché gli ormoni tiroidei regolano molti processi metabolici e hanno effetti praticamente su tutti gli apparati. La lista dei possibili sintomi è molto lunga, ma alcuni sono più frequenti. Nell’ipotiroidismo, ad esempio, sono usuali l’aumento di peso, la ridotta tolleranza al freddo, la letargia, la secchezza di cute e capelli, la stitichezza e le alterazioni nel profilo lipidico. Nell’ipertiroidismo sono frequenti la perdita di peso, l’intolleranza al caldo, l’irritabilità, il nervosismo, la tachicardia, la cute umida, la diarrea e l’esoftalmo.
Cosa è bene mangiare?
Iniziamo dicendo che gli alimenti che contengono iodio e il sale iodato dovrebbero essere consumati indipendentemente dall’accertamento di una disfunzione tiroidea, poiché importanti ai fini della prevenzione.
Le donne in gravidanza e allattamento, soprattutto, devono porre particolare attenzione al soddisfacimento del fabbisogno giornaliero di iodio (che passa da 150μg a 250μg). Le principali fonti alimentari di iodio sono i prodotti ittici, soprattutto i crostacei, e le alghe. Altre buone fonti di iodio sono uova, latte e derivati.
Il consumo di pesci ricchi di acidi grassi omega-3, come salmone, tonno e pesce azzurro, è particolarmente indicato per chi soffre di ipotiroidismo, non solo per il contenuto di iodio. Gli omega-3 aiutano a ridurre il colesterolo e svolgono un effetto protettivo sul sistema cardiocircolatorio, oltre a esplicare un’azione antinfiammatoria utile per chi è affetto da tiroidite.
Il pesce poi è anche una buona fonte di selenio, anch’esso importante per la funzionalità tiroidea. Il selenio è anche un antiossidante e, perciò, è un valido alleato per chi è affetto da tiroidite, aiutando a contrastare i radicali liberi che si sviluppano con l’infiammazione.
Buone quantità di acidi grassi omega-3 e selenio si trovano anche nella frutta secca, che può essere utilizzata ogni tanto come spuntino. Altre fonti di selenio sono la carne, i funghi e i cereali.
Non bisogna mai dimenticare frutta e verdura, che aiutano la funzionalità intestinale e a controllare il peso, oltre ad avere molti altri effetti benefici, grazie all’apporto di vitamine e minerali. A una sana alimentazione è bene affiancare una regolare attività fisica, anche leggera.
Per chi soffre di ipertiroidismo, è consigliabile una dieta tendenzialmente ipercalorica, per fronteggiare l’aumento del fabbisogno energetico, e che provveda a un adeguato apporto di calcio e proteine. La raccomandazione è sempre quella di variare l’alimentazione, per garantire l’assunzione di tutti i nutrienti.
Cosa è bene evitare in questi casi?
Per chi soffre di ipotiroidismo è sconsigliato il consumo eccessivo di alcuni alimenti definiti gozzigeni, poiché contengono sostanze che riducono l’assorbimento dello iodio. Sono alimenti gozzigeni, ad esempio, le verdure crocifere, gli spinaci, la cassava, la cipolla, l’aglio, i fagioli, la soia.
Questi alimenti non vanno eliminati dalla dieta, ma è bene non eccedere con il loro consumo. Inoltre, le proteine della soia, il calcio, le fibre alimentari e il caffè riducono l’assorbimento della terapia con ormone tiroideo, perciò chi è in cura dovrebbe evitare di fare colazione a ridosso dell’assunzione del farmaco e consumare gli alimenti ricchi di queste sostanze a distanza di 30-60 minuti o anche qualche ora dalla terapia (il problema non sussiste se si assume la formulazione liquida dell’ormone tiroideo).
Anche i cibi ad alto indice glicemico, cioè quelli che provocano un rapido aumento della glicemia, sono poco raccomandati a chi soffre di ipotiroidismo, poiché questi pazienti hanno frequentemente problemi con il metabolismo degli zuccheri. Per questo, sono preferibili i cereali integrali rispetto a quelli raffinati, ad esempio, ed è bene evitare i dolci e ridurre gli zuccheri semplici.
Da evitare è anche il consumo eccessivo di sale iodato, sia per gli effetti ipertensivi del sale sia perché l’eccesso di iodio può aggravare il quadro clinico dell’ipotiroidismo e dell’ipertiroidismo.
Gli ipertiroidei in fase acuta di malattia dovrebbero evitare il sale iodato, come misura precauzionale, ma non ci sono problemi con un normale consumo una volta posto sotto controllo l’eccesso di ormoni tiroidei.
A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr.ssa Chiara Tuccilli
Biologa e Dottore di Ricerca in Endocrinologia