La psoriasi è un disturbo della pelle difficile da trattare, che spesso mette a dura prova la serenità di chi ne è colpito. Abbiamo rivolto alcune domande alla dr.ssa Erika Schmitt, dermatologa, per capire insieme come affrontare e convivere con questo tipo di malattia della pelle.
Quali sono i trattamenti più efficaci per la psoriasi?
Esistono moltissime tipologie di psoriasi; manifestazioni molto lievi con piccole squame che possono semplicemente colpire un’unghia o il cuoio capelluto, oppure forme diffuse che interessano gran parte della superficie cutanea.
È necessario discernere la estensione della dermatite e la severità dell’infiltrato o spessore delle chiazze psoriasiche, prima di poter parlare di un’adeguata terapia.
Per una psoriasi in chiazze, localizzata in poche aree del corpo, come ginocchia e gomiti, basta una lozione gel al calcipotriolo, un derivato della vitamina D3, con un’aggiunta di cortisone per farle regredire.
Per una psoriasi di severa entità, a volte, è necessaria una terapia orale con pastiglie di Ciclosporina, Methotrexate, oppure di tretinoina. Questi farmaci sono molto efficaci per curare la psoriasi severa, ma il paziente deve essere monitorato di continuo, anche tutti i mesi, con esami del sangue, in quanto non scevri da effetti collaterali sistemici.
In casi particolarmente severi, si utilizzano i farmaci cosiddetti biologici che sono a esclusivo utilizzo ospedaliero. Hanno una complessa azione immunitaria e sono molto costosi. Per questo motivo, sono riservati a casi gravissimi. Il paziente deve sottoporsi ad alcuni accertamenti per utilizzare questi farmaci in sicurezza.
La fototerapia può aiutare, se sì perché?
Gli effetti benefici della luce solare sulla psoriasi sono noti fin dai tempi remoti. Per alcune forme di psoriasi, come la forma guttata a piccole chiazze rimane una delle alternative più efficaci. La fototerapia induce una reazione fotochimica con effetti biologici nella cute che sono di immunosoppressione. Tale diminuzione della funzione immune è correlata alla formazione dei cosiddetti dimeri di timina, un danno al DNA che indurrebbe un effetto antinfiammatorio sulle chiazze di psoriasi e anche sull’intero organismo. Senz’altro, non sono utili i raggi UVA per curare la psoriasi, ma è necessario sottoporre il paziente a sedute con raggi UVB a banda larga o selettivi, con la cadenza di due, tre volte a settimana.
Consiglia l’applicazione delle creme cortisoniche?
I prodotti a uso locale nella terapia della psoriasi sono molto importanti. Solitamente, il calcipotriolo o il tacalcitolo sono derivati della vitamina D3 e molto utilizzati fin dai anni ‘90.
Ormai si utilizza un composto sotto forma di lozione gel che contiene sia cortisone che calcipotriolo. La terapia è molto pratica con un’applicazione al giorno e il gel non risulta essere unto. Nella mia pratica quotidiana preferisco utilizzare in prima istanza prodotti, come l’acido salicilico o il sodio lattato per decappare la chiazza psoriasica.
Il decappaggio è una tecnica che permette un’intensa desquamazione della singola chiazza e viene effettuato prima di applicare qualsiasi altro principio attivo, in grado di “disinfiammare” l’area interessata. Senza le squame, la nostra terapia locale sarà senz’altro più efficace. In casi di psoriasi lieve e poco ispessita, preferisco utilizzare un preparato locale di cortisone di media potenza, che può essere utilizzato anche per un mese senza che dia assuefazione o atrofia della cute.
Da non utilizzare sono i cortisonici ad alta potenza (clobetasolo) che provocano assuefazione veloce e rendono la pelle molto sottile e fragile. È, inoltre, molto importante scalare il cortisone, quando la situazione cutanea è migliorata, utilizzandolo a giorni alterni per poi diminuire le applicazioni gradualmente, fino a interromperle.
Quanto lo stile di vita e l’alimentazione possono influire sulla salute della pelle, in caso psoriasi?
Lo stile di vita è molto importante nelle malattie cutanee, a maggior ragione per un soggetto con psoriasi. Purtroppo, la psoriasi può venire influenzata negativamente da un’alimentazione scorretta e da uno stile di vita incongruo.
Senza dubbio, lo stress è una delle cause che può aggravare la psoriasi. Sembra che nel 46% dei casi di comparsa di psoriasi ci sia nella storia dell’individuo, un evento stressante accaduto qualche mese prima. Questo particolare denota che lo psichismo del paziente gioca un grande ruolo in questo tipo di dermatite.
È stata anche riportata una più alta incidenza di eventi stressanti che precederebbero le recidive della malattia nel 70-80% dei pazienti. Un’alimentazione più sana può aiutare la persona a rendere meno “infiammata” la psoriasi e un consumo di bevande alcoliche può diminuire la componente pruriginosa delle chiazze.
Un abuso di alcool può essere presente soprattutto in soggetti di sesso maschile con psoriasi, e ridurrebbe l’aderenza alla terapia dei pazienti, e probabilmente rappresenterebbe un sintomo di disturbi della personalità che possono contribuire al peggioramento della dermatosi o alla sua più difficile gestione da parte del dermatologo. Nella pratica quotidiana si consigliano vari sport, soprattutto all’aria aperta per portare l’attenzione del paziente al fisico, e nello stesso momento far utilizzare il corpo con i suoi muscoli per “sfogare” lo stress accumulato.
A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr.ssa Erika Schmitt,
Medico Chirurgo Dermatologo