Quando si parla di dipendenza il pensiero corre inevitabilmente a quella dalle droghe, dal fumo o dagli alcolici. Ma in questi anni si è fatta sempre più frequente anche la dipendenza dal sesso. Notizie in proposito arrivano spesso dagli Stati Uniti (chi non ricorda il caso Tiger Woods), dove si stima che il 3-6% della popolazione ne sia colpito.
Del resto è negli Stati Uniti che fioriscono le cliniche specializzate e sempre là si è notato un incremento del problema dopo la crisi di Wall Street. Non arriva però dall’America, bensì dalla Nuova Zelanda, uno studio che si è prefissato l’obiettivo di indagare le radici psicologiche di questa forma di dipendenza, nota anche come “sex addiction”.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Massey ha, infatti, sottoposto oltre 600 persone ad alcuni quiz specifici. Ben 407 dei soggetti esaminati si è dichiarato “maniaco del sesso” e proprio queste stesse persone avrebbero confessato di provare ansia al pensiero di un’intimità non carnale, ma affettiva con il partner e di vivere addirittura come una minaccia la prospettiva di una relazione sentimentale. Sarebbe, quindi, la paura dell’amore, del sentimento vero e proprio, a spingere alla ricerca di una soddisfazione puramente fisica.