Articolo aggiornato il 2 Novembre 2008
Il primo ostacolo delle mamme in carriera? Il senso di colpa! Non sempre si riesce a trovare l’equilibrio giusto tra servizi e necessità, tra l’affetto e il tempo da dedicare ai bambini, e gli impegni del quotidiano, ma la psiche gioca un importante ruolo nella scelta di continuare a lavorare o di smettere che spetta alle mamme e ai papà.
Si calcola che in Italia il 20% delle mamme dopo il parto non ricomincia a lavorare, mentre i congedi di patenità sono usati solo nel 4% degli uomini che hanno dei figli. Oltre che farne un mero discorso economico legato a chi dei due nella coppia ha uno stipendio più alto, bisognerebbe vedere che cosa succede nella mente della neo-mamma e del neo-papà.
Le mamme che hanno nonni o persone di famiglia disponibili a aiutare nel menage famigliare sono molto fortunate, perché possono scegliere a cuor leggero senza mettere in discussione i loro principi e i loro valori: non è facile decidere di affidare i figli a uno sconosciuto, che anche se di professione è baby-sitter può sempre avere difficoltà nello stabilire un rapporto buono con il pargolo.
Le madri che hanno un lavoro qualificato, con riconoscimenti e meriti, a meno che non decidano di cambiare la loro vita, difficilmente riusciranno a decidere per la famiglia e basta, potrebbe essere nichilente e deludere, anche se non per tutte le donne è lo stesso. E così via, di caso in caso.
Molte donne, a guardare le discussioni dei forum on-line, sono contente di rientrare al lavoro e lo fanno sia per loro stesse, per una questione di autostima e di serenità, che per i figli. Non sempre la mamma che rimane a casa può fare più piacere della mamma che lavora, specie dopo aver superato i primi anni di vita, quando la mamma è “indispensabile”.
Il lavoro è una conquista individuale della donna, come per l’uomo ed economicamente è indispensabile per tutta la famiglia avere due stipendi, ma è ancora più importante il valore sociale e sentimentale che trasmette equilibrio e serenità di una madre che lavora: no alle mamme-chioccia, che non vanno più bene, ma anche no alle lottatrici di sumo agguerrite che pensano solo alla carriera.
Entrambi i modelli non ben conciliano con la famiglia; l’equilibrio si trova solo superando l’ostacolo del dolore del distacco con capacità di prevenire i bisogni e di rispondere alle necessità organizzative. In questo senso sono importanti dei particolari che potrebbero sfuggire al controllo: ordine, organizzazione, igiene, prevenzione, serenità, alimentazione, non solo sono parole che fanno pensare alla salute, ma sono dati di fatto che aiutano le donne nel vivere con semplicità la famiglia e il lavoro.
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