In psicologia si è scoperto che i sogni sono utili al cervello. Non si tratta infatti soltanto di immagini mentali, che corrispondono ad un periodo di inattività del cervello, ma i sogni svolgono importanti funzioni, che riguardano soprattutto il funzionamento della memoria. Così infatti hanno dimostrato diverse ricerche condotte nell’ambito della neurofisiologia.
Per ciò che riguarda il sonno, i sogni hanno un’importanza particolare. Come ha spiegato il professor Giuseppe Plazzi del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Bologna:
Numerosi studi hanno ormai dimostrato che il sonno esercita un’influenza positiva sul funzionamento della memoria, chiamata sleep effect. Lo sleep effect è dovuto a diversi fattori, come la riduzione delle interferenze causate dagli stimoli esterni che si verifica mentre si dorme, ma è anche la conseguenza di una funzione attiva del sonno nel consolidare le informazioni che sono presenti nella memoria.
Nelle prime fasi del sonno i sogni avrebbero la funzione di stabilizzare e di rafforzare la memoria, invece nella fase REM avrebbero il ruolo determinante di riorganizzare l’immagazzinamento dei ricordi, permettendo di integrare e confrontare le nuove esperienze della mente con quelle già consolidate. Un lavoro preciso di sistemazione, in modo da non creare confusioni e sovrapposizioni.
Una ricerca scientifica ha dimostrato che gli uomini e le donne fanno sogni diversi. Ma in ogni caso è stato appurato che la funzione di riorganizzazione della memoria avviene anche in quella modalità che viene definita “sogno ad occhi aperti“.
Gli occhi guardano i sogni come se fossero realtà la mente vaga lontano, mentre il cervello è attivo nella rielaborazione degli stimoli, come hanno dimostrato anche dati relativi al consumo di ossigeno da parte del cervello, nel momento in cui si trova impegnato in sogni ad occhi aperti.
Sogni, alleati contro i ricordi dolorosi
Molto interessante anche un’altra funzione dei sogni, che riguarda quelli che si distinguono per un forte contenuto emotivo spiacevole. In questo caso è come se la mente volesse far perdere ad essi la loro forza, per integrarli meglio nei ricordi, senza conflitti.
Sognare è il modo migliore per smorzare le sensazioni negative, per attenuare l’impronta nella memoria di brutte esperienze e altrettanto negative emozioni.
Fasi del sonno e attività onirica
Stante le attuali conoscenze sul sonno, sappiamo che a livello elettroencefalografico il sonno si divide in una fase definita Non rem ed una fase chiamata Rem, fra le due fasi ne esistono intermedie che nel sonno normale completano le tre fasi del sonno.
Cominciamo con la fase Non Rem che a sua volta si suddivide in rilassamento, sonno leggero, profondo e profondo effettivo, seguito dalla fase Rem, è il momento dei sogni e dalla sigla che assume questa fase è interessante osservare i rapidi movimenti oculari; proprio all’interno di questa fase assistiamo ai sogni, di solito quelli che si ricordano al risveglio. Secondo gli autori Musso e Gadoni, i il sogno è solitamente legato alla fase Rem: durante la notte si verificano in media quattro-cinque cicli di sonno Rem, per una durata complessiva di 90-120 minuti. Di conseguenza, durante la notte, una persona sogna in media per circa un’ora e mezza.
L’attività onirica non è solamente un momento suggestivo dell’individuo che dorme, proprio il sogno incide sulla qualità del sonno stesso, ma anche sul grado dell’attenzione della persona al risveglio, così come, immergendosi nel significato dei sogni notiamo che nell’attività onirica si da libero sfogo ai propri desideri inconsci, anche se visti nella sequenza in cui ci vengono presentati i sogni sembrano confusi e senza senso, al punto che, interpretando i sogni nei bambini o anche negli adulti è anche possibile conoscere meglio la personalità dell’individuo.