Chi non è mai stato innamorato…. chi non è mai stato lasciato o abbandonato…. e chi non sa cosa implichino queste due condizioni che, di fatto, ahinoi spesso vanno a braccetto ed è proprio nella sublimazione del desiderio, della lontananza, della perdita che certe azioni trovano il loro modo di estrinsecarsi, come del resto la stessa psicologia si affretta a spiegare ed in queste manifestazioni, sia pure nell’era della informatizzazione, in quella che potrebbe farci credere di essere più disincantati e forse fin’anche più pratici, c’è un rituale che ricorre anche oggi e che lega l’uomo contemporaneo con il suo avo a qualsiasi generazione appartenuta; la lettera.
Non si tratta di vedere con quale tecnica si scriva una lettera, se a penna, o utilizzando un sistema di videoscrittura moderno, ciò che conta è il gesto, il contenuto intrinseco che racchiude uno scritto, col suo carico di emozioni, di passioni, di rimpianti, di allegria o di struggente tristezza. Lo dimostrano i dati riportati dalle Scuole di psicologia che hanno condotto un loro sondaggio addivenendo alla conclusione che 96 uomini su cento hanno scritto nella loro vita almeno una lettera o un biglietto di amore, mentre le donne ricorrono a questo mezzo almeno 91 su 100, con la differenza, affermano gli psicologi, che gli uomini scrivono di più e ad un numero maggiori di corrispondenti, mentre la donna si concentra maggiormente su un solo uomo e per più tempo.
Si scrive a tutte le età
Chi pensa che il canuto signore di mezza età ed anche oltre, una volta innamorato, “indurito” dalle esperienze della vita si dedichi meno o per nulla alle lettere d’amore, si sbaglia eccome, semmai è questione di frequenza di invio degli scritti, perché si scrive a tutte le età, è ovvio che rispetto ad un adolescente innamorato, l’adulto o il non più giovane, ha meno tempo a disposizione, solitamente indaffarato com’è, ma nel culmine della sua passione, torna ad essere un giovincello che, penna o tastiera in mano, è pronto a trasferire ogni emozione alla propria amata.
Il diario, più una prerogativa rosa
Il diario, a differenza della lettera, è una prerogativa più femminile che maschile, una sorta di ristoro dell’animo che cerca rifugio nelle pagine, solitamente sfogliate in solitudine, alla ricerca di una risposta che non si trova quasi mai. Lo stesso destino, anch’esso per lo più femminile, riguarda le lettere scritte e mai inviate anzi tenute gelosamente in un cassetto celate alla vista di tutti. Se ci interessano i numeri di questi due fenomeni, gli psicologi ci informano che tengono un diario o scrivono lettere mai inviate, quasi 60 donne su 100, gli uomini lo fanno in una percentuale del 24% .
Solitudine e spesso sofferenza gli ingredienti di una lettera
Quasi sempre la lettera racchiude due ingredienti fondamentali, la mancanza di una persona desiderata che è essa stessa motivo di tormento interiore, che è anche ricerca al fine di colmare un vuoto che non si riesce a placare se non chiudendosi in se stessi. E’ ovvio che la prerogativa nella stesura di una lettera, almeno quando ci si concentra per redigerla e nell’attimo in cui si scrive, è la solitudine, essendo questa condizione l’unica che consenta di raccogliere i pensieri aiutati in questo dalla tranquillità e dal silenzio. Si scrive per l’altro/a, ma in verità chi lo fa cerca di dare lenimento a quella sofferenza interiore spesso impossibile da sedare in altro modo. Oltretutto ed in questo parrebbero più brave le donne, per iscritto è più semplice superare quelle barriere rappresentate dal grosso limite posto dall’interlocutore e spesso così facendo si può essere se stessi con maggiore facilità.
Le differenze dello scritto nei due sessi
Ma c’è un aspetto interessante osservato in psicologia e che riguarda la differenza esistente fra uno scritto di un uomo e di quello di una donna. Se andiamo ad osservare la lettera di un uomo quando si rivolge alla donna il latore della missiva tende ad esaltare il corpo della donna, ricorrendo spesso a particolari afferenti a quella fisicità per lo più accennata, soprattutto se fra i due il grado di intimità non è elevato. Ciò non toglie che in maniera larvata o meno, il desiderio, in qualsiasi forma prevalga, è stimolato dalla gestualità immaginata nella donna evocata; lo sguardo, un movimento di una parte del corpo, sono elementi che partecipano a quel desiderio spesso represso che si cerca di spingere e di soddisfare con una lettera spesso con l’intento di ricordare una passione non del tutto sopita o di materializzare ciò che si desidera da quella donna.
Il ricordo nell’uomo e nella donna
La donna nelle lettere inviate per lo più all’uomo che han perduto difficilmente evoca la fisicità di questi, tende invece ad esaltare il lato emozionale che l’uomo è stato o è in grado di evocare in lei. Ne deriva che il piacere nell’uomo è evocato dal ricordo del corpo della donna, soprattutto quando l’assenza di quella persona genera sofferenza per la perdita subita. Nella donna questi tende ad accentuare il lato emozionale della relazione, dove la passione, i sentimenti prevalgono nello scritto al punto che, il genere femminile,a differenza di quello maschile, potendolo fare, preferisce non solo scrivere con penna e foglio ma, addirittura, anche la scelta della carta utilizzata, la possibilità di evocare con un semplice disegno il segno di un qualcosa di appartenuto insieme, la grafia, compresa la facilità che con questo mezzo è possibile attuare, ad esempio, allegare un oggettino che unisca il ricordo dell’uomo con la donna che le scrive, è una costante delle lettere d’amore femminili.
Lo studio della comunicazione epistolare nell’uomo e nella donna delinea un interessante aspetto anche in vista dei comportamenti attuati dai due sessi dove l’assenza per la donna può essere un mezzo per alimentare il desiderio nel tentativo di essere ascoltata, per l’uomo il protrarsi dei giorni senza alcun segno da parte della donna, indica assenza e dunque abbandono.
Vero è che la moderna società ci ha messo di fronte a talune priorità che han finito in qualche modo per sacrificare il tempo dedicato alla stesura di una lettera, anche se, come visto non è del tutto vero, è indubbio invece che un surrogato immediato della lettera è spesso vissuto dagli SMS quando sono utilizzati per interrompere i tempi morti che intervallano una relazione d’amore, un modo per vincere lo spazio, spesso immane che separa due incontri, soprattutto quando la lontananza diventa una difficile costante all’interno di una coppia al punto che, la brusca interruzione nell’invio e dunque della ricezione di una lettera o di un SMS, è intesa come pericoloso campanello d’allarme preludio di un tradimento o di un abbandono e ciò accade nella stessa misura nei due sessi. Insomma, la lettera e nella sua accezione lo stesso SMS, viene visto come un cuore pulsante intervallato da uno spazio di silenzio fra un battito ed un altro, il cui brusco interrompersi prelude la “morte” di un rapporto.
Insomma, sia che la si veda nelle sue forme più sintetiche ed essenziali rappresentate dagli SMS, sia che la si veda come e-mail, caratterizzata dall’immediatezza dell’invio e della ricezione, o nella forma più classica di lettera o bigliettino con tanto di francobollo accluso, a questa forma di espressione, in qualsiasi modo applicata, va dato il grosso merito di far parte in maniera indissolubile dell’essenza di un rapporto e, spesso, anche quando questo si esaurisce. In quest’ultimo caso, la comunicazione epistolare può essere vista come l’estremo grido di dolore che si spera possa essere raccolto per dare alimento estremo ad un qualcosa che forse, più o meno inconsapevolmente, si è interrotto e concluso per sempre.
Psicologia di coppia: l'insostituibile ruolo della lettera d'amore
La lettera, tutt'altro che abbandonata, in qualsiasi forma espressa, carta e penna, via SMS, o semplice e-mail, ha un ruolo fondamentale nell'ossatura di un rapporto fra un uomo ed una donna, anche quando la relazione si interrompe
