Cibi in scatola, pietanze vendute dalle gastronomie, take away pronti al consumo: la comodità degli alimenti preconfezionati è indubbia, soprattutto in vacanza, quando la voglia di mettersi ai fornelli è naturalmente ridotta, oppure resa difficoltosa dalle location turistiche, come spiaggia e montagna. E infatti un Italiano su sette d’estate opta per piatti già preparati, surgelati o precotti. Ma attenzione: un abuso di questi prodotti potrebbe essere spia di un problema psicologico.
A sostenerlo è lo psicologo Stefano Benemeglio, fondatore della onlus Accademia internazionale delle discipline analogiche: “L’eccessivo ricorso ai cibi preconfezionati può anche essere sintomo di un disagio emotivo o comportamentale e può essere dannoso per la salute”. E questo sembra valere soprattutto per quanti ricorrono al take away e a questo genere di abitudini alimentari anche durante tutto l’anno.
Eppure cucinare fa bene, fra l’altro anche al cervello, non solo perché si possono preparare piatti più salutari, ma anche perché è un momento di convivialità che influisce positivamente sull’umore: “Cucinare è molto positivo per l’equilibrio personale e di coppia. Tra pentole e fornelli ci si può anche divertire, ritrovare la complicità con il partner e creare un dialogo, evitando nel contempo di scegliere cibi preconfezionati che non fanno bene alla salute e neppure alla linea” ricorda lo psicologo.
Come risolvere l’eventuale disagio? “Con la psicologia analogica è possibile consolidare la forza di volontà nei momenti in cui il cibo diventa un modo per dare sfogo alle frustrazioni e non per soddisfare le necessità dell’organismo, riuscendo ad attenuare la voglia di cibi poco salutari e facendo prediligere invece gli alimenti più sani” spiega lo psicologo. E quando si scelgono cibi preconfezionati, meglio optare per quelli più salutari, con frutta e verdura.
Psicologia: cibi preconfezionati spia di un disagio emotivo
Chi non riesce a fare a meno dei cibi in scatola o già pronti ha abitudini alimentari non proprio salutari
