Prolattinoma: sintomi, prognosi e terapia

Cervello

Articolo aggiornato il 27 Aprile 2016

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Il prolattinoma è una malattia che provoca sintomi importanti da non trascurare e la cui prognosi dipende anche dalla tempestività nell’intraprendere la corretta terapia per guarire. Di cosa si tratta, esattamente? Il prolattinoma è un tumore benigno, che interessa la ghiandola pituitaria – ghiandola che si trova appena sotto al cervello – e che comporta la produzione eccessiva dell’ormone chiamato, per l’appunto, “prolattina”. Ovviamente, tale condizione causa tutta una serie di disturbi e conseguenze a cui dover far fronte. Qual è, dunque, la sintomatologia esatta legata a questa patologia? Quali sono le sue cause? Quale il trattamento da seguire per giungere alla guarigione? Scopriamo di più in merito.

I sintomi

I sintomi del prolattinoma possono essere numerosi e includere la riduzione della fertilità, mal di testa, ansia, depressione, aumento di peso, ritenzione di liquidi, irritabilità, cambiamenti alle mammelle – nelle donne – ritardi nella pubertà o crescita ridotta nei bambini. La sintomatologia è dovuta al fatto che, ad esempio, la prolattina aiuta nella produzione del latte nelle donne, ma ha anche un ruolo importante sugli altri ormoni del corpo. Nelle donne, possono, poi, verificarsi anche cicli mestruali irregolari o del tutto assenti, riduzione del desiderio sessuale, galattorrea e aumento della crescita dei peli sul viso o sul corpo; negli uomini, possono essere presenti sterilità, riduzione del desiderio sessuale, ginecomastia e, raramente, perdite di latte dalle mammelle. È bene specificare che alcuni sintomi necessitano di un intervento medico estremamente urgente: è il caso di visione ridotta – per la pressione sui nervi ottici – stanchezza, svenimenti, bassa pressione sanguigna e glicemia bassa. Inoltre, in casi rari, può avvenire la perdita attraverso il naso del fluido che circonda il cervello e la ghiandola pituitaria stessa. Se non si interviene prontamente, possono verificarsi anche osteoporosi, perdita della vista, infezioni come la meningite – di cui è importante conoscere la metodologia di contagio – danni alle valvole cardiache, comportamenti compulsivi, apoplessia pituitaria – un sanguinamento all’interno del tumore – oltre che l’espansione del prolattinoma che potrebbe diventare maligno, ovvero canceroso.

Le cause

Le cause del prolattinoma sono ancora sconosciute: ciò che si sa è, infatti, che tale disturbo si verifica quando alcune cellule della ghiandola pituitaria si moltiplicano molto più del normale, ma non si sa a cosa ciò sia dovuto. Ad ogni modo, raramente, sembra che possano essere coinvolti fattori genetici, ovvero ereditari. Ci sono, poi, dei fattori di rischio da tenere in considerazione: i prolattinomi sono, infatti, più comuni nelle donne di età tra i 20 e i 50 anni, sebbene possano presentarsi a qualunque età e anche negli uomini. Tra le cause potrebbe, poi, esserci l’assunzione di alcuni farmaci.

Le tipologie

Esistono, poi, varie forme di prolattinoma: quelli piccoli – meno di 10 millimetri – vengono chiamati “microprolattinomi”; quelli superiori ai 10 millimetri prendono il nome di “macroprolattinomi”; infine, quelli più grandi di 4 centimetri si chiamano “prolattinomi giganti”.

La diagnosi

Alla comparsa dei sintomi – come spiegato prima – è opportuno contattare immediatamente il medico che – tramite gli esami e le analisi necessarie – stabilirà la diagnosi e la cura più adatta al caso specifico. I test possono comprendere esami del sangue e della vista, oltre che la TAC e la risonanza magnetica.

La terapia

Quali sono i rimedi contro il prolattinoma? Generalmente, questo viene trattato con l’assunzione di farmaci per un lungo periodo di tempo e numerose visite di controllo. Se il prolattinoma è di piccole dimensioni – dunque, si parla di microprolattinoma – e i sintomi non sono fastidiosi, si può decidere di non intervenire e monitorare semplicemente l’evolversi della situazione. Nel caso in cui i farmaci non funzionino, è possibile ricorrere all’intervento chirurgico – ovvero, all’asportazione dell’adenoma ipofisario – o alla radioterapia.

La gravidanza

Se si soffre di prolattinoma e si decide di dare il via a una gravidanza o si è già in attesa, è necessario discutere immediatamente la situazione con il proprio medico, che deciderà come procedere con il trattamento e il monitoraggio della patologia.

La prognosi

Infine, la prognosi è abbastanza buona, se si interviene tempestivamente, impedendo il verificarsi di complicazioni: la maggior parte dei prolattinomi viene, infatti, trattata con successo attraverso i farmaci o la chirurgia. I trattamenti permettono di riportare la prolattina a livelli normali, ripristinare la normale funzione della ghiandola pituitaria, diminuire la dimensione del tumore e migliorare i sintomi. È bene, però, specificare che l’esito dell’intervento chirurgico dipende dalla dimensione e dalla posizione del tumore – oltre che dai livelli di prolattina presenti – fermo restando che alcuni prolattinomi tendono a riformarsi entro cinque anni dall’operazione.

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