Articolo aggiornato il 8 Marzo 2008
Quando si parla di prevenzione e di coscienza nell’affrontare le malattie che sono piu’ rischiose dal punto di vista della incidenza o della mortalita’ e’ bene prestare una particolare attenzione per sapere quanto sia sentito il bisogno di prevenire e di intervenire per limitare il rischio di contrarre le patologie piu’ comuni.
In questo ambito si e’ mossa la ricerca chiamata PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) , uno studio pilota commissionato dall’Istituto Nazionale di Sanita’, curato dal gruppo PROFEA (Programma di Formazione in Epidemiologia Applicata), CNEPS (Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute ISS) e Universita’ Tor Vergata.
Lo studio pilota dovra’ servire per poter avere chiaro il panorama nazionale che riporta specificatamente il grado di diffusione delle politiche di prevenzione e delle buone prassi per frenare l’incidenza di determinati tipi di patologie.
Con i dati aggiornati alla mano, i medici di famiglia saranno in grado di leggere il loro territorio con una certa facilita’, e altrettanto semplice sara’ per le strutture sanitarie centrali e per i responsabili sanitari, per evidenziare e eventualmente intervenire laddove il bisogno salta all’attenzione.
Per il momento PASSI ha messo in evidenza, con una rilevazione di dati su tutto il panorama nazionale, metodiche di prevenzione che riguardano: vaccini, screening, fumo; vi sono ben altri obiettivi in vista, in realta’, ad esempio obiettivi che riguardano lo studio delle abitudini alimentari degli italiani, abitudini sportive, colesterolo, sicurezza stradale, stili di vita.
I risultati fino ad ora hanno dato in alcuni casi speranze e in altri invece pessimismo; ad esempio, solo il 28% delle persone che hanno una eta’ compresa tra i 18 ed i 65 anni si e’ vaccinata per l’influenza, nel 2007, perche’ soffre di patologie che potrebbero subire gravi peggioramenti, ad esempio perche’ diabetiche, molto meglio per lo screening femminile, dove ben l’80% delle donne si e’ sottoposta ai controlli, pur non reiterando il richiamo.
Solo il 13% degli over 50, invece, ha eseguito un controllo del lascito di sangue nelle feci, mentre ben il 79% delle donne della stessa eta’ ha eseguito un regolare controllo di mammografia, pur non avendo poi fatto il regolare richiamo.
Una situazione decisamente altalenante, dunque, su cui l’Istituto Superiore di Sanita’ sara’ chiamato a intervenire e a legiferare per il bene dei suoi cittadini.