Cos’è la pressione arteriosa? Come si misura? Quali sono i valori normali? La pressione arteriosa può essere bassa o alta ed è la forza esercitata dal sangue che viene spinto attraverso i vasi sanguigni: questa dipende dalla quantità di sangue che il cuore spinge quando pompa. La pressione può essere normale, ma anche bassa o alta, quando sono presenti alcuni disturbi di salute. Cosa fare in caso di pressione arteriosa alta o pressione arteriosa bassa, ovvero di ipertensione e ipotensione? Scopriamo di più in merito.
Cos’è la pressione arteriosa
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue che viene spinto attraverso i vasi sanguigni: come anticipato prima, ciò dipende dalla quantità di sangue che il cuore spinge quando pompa. Ma cos’è la pressione arteriosa, nel dettaglio? Il cuore, contraendosi e rilassandosi, è in grado di inviare il sangue a tutti i tessuti del corpo: nel corso della vita, infatti, esso pompa circa 190 milioni di litri di sangue; ogni volta che il cuore si contrae, viene messa in circolo una notevole quantità di sangue ad una velocità di circa 50 centimetri al secondo. Il vaso arterioso principale che esce dal cuore è l’aorta e le sue pareti vengono distese dal passaggio del sangue: esse, infatti, si dilatano e si contraggono a seconda della quantità di sangue che le attraversa, in modo tale da regolare la pressione del sangue in modo efficace.
La pressione massima (sistolica) dipende dall’efficienza della pompa cardiaca e dalla quantità di sangue espulso ad ogni contrazione, oltre che dall’elasticità delle pareti delle arterie. Quando finisce lo svuotamento del cuore, inizia la parte dedicata al riempimento (diastole): è in questo momento, infatti, che il flusso del sangue nelle arterie diminuisce e la pressione raggiunge, di conseguenza, il suo valore minimo.
È possibile affermare che la pressione arteriosa è determinata dalla forza di contrazione del cuore, dalla quantità di sangue che viene immessa in circolo e dalle resistenze offerte da arterie e vene al passaggio del flusso sanguigno: ovviamente, il corpo è in grado di regolare la pressione cardiaca a seconda delle esigenze metaboliche dei vari organi. La pressione arteriosa sistolica massima è quella misurata quando il cuore batte e si contrae; mentre, la pressione arteriosa diastolica o minima è misurata tra un battito e l’altro, quando il cuore è rilassato.
I valori normali
I valori della pressione arteriosa necessitano di essere mantenuti entro un certo limite, così da non provocare danni all’organismo e assicurare nutrienti e ossigeno a tutti i tessuti. La tabella seguente mostra i valori normali della pressione arteriosa ideale e quelli che indicano dei campanelli di allarme.
Pressione sanguigna | Valori |
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Pressione bassa pericolosa | inferiore a 50/33 mmHg |
Pressione troppo bassa | inferiore a 60/40 mmHg |
Pressione bassa | inferiore a 90/60 mmHg |
Pressione arteriosa ottimale | inferiore a 115/75 mmHg |
Pressione arteriosa accettabile | inferiore a 130/85 mmHg |
Pre-ipertensione | 130-139/85-89 mmHg |
Ipertensione di stadio I | 140-159/90-99 mmHg |
Ipertensione di stadio II | superiore a 160/100 mmHg |
I valori normali della pressione in età adulta sono quelli compresi fra 115 e 130 mmHg per la massima (pressione sistolica) e fra 75 e 85 mmHg per la minima (pressione diastolica). La tabella mostra i valori della pressione sanguigna, ma è da tenere presente che la pressione arteriosa varia durante la giornata: raggiunge, infatti, i valori massimi durante la mattina e nel tardo pomeriggio. Quando saliamo le scale, la pressione sanguigna aumenta perché la contrazione muscolare tende ad occludere i vasi sanguigni, aumentando le resistenze periferiche, ma anche perché l’apparato respiratorio e i muscoli necessitano di più ossigeno; quando dormiamo, invece, la pressione si abbassa perché le richieste metaboliche da parte dei vari organi sono inferiori.
La pressione alta
La pressione alta è una condizione nota anche come “ipertensione”, caratterizzata da valori superiori alla media: un soggetto soffre di pressione alta, quando i valori che si riferiscono alla pressione salgono al di sopra dei 140-90 mmHg per la sistolica e per la diastolica, durante una condizione di riposo. L’ipertensione è una condizione assai diffusa e che non va sottovalutata.
I sintomi della pressione alta includono il mal di testa, la stanchezza cronica, la nausea e il vomito, così come palpitazioni, vertigini, ansia, sangue dal naso, annebbiamento della vista e ronzii alle orecchie. Non mancano, inoltre, le complicazioni legate alla pressione alta, come l’ictus, l’insufficienza cardiaca e altre complicanze.
Quali sono le cause della pressione alta? Tra queste, ci sono l’uso di farmaci, malattie, tumori e malformazioni cardiache congenite ma, nella maggior parte dei casi, le cause dell’ipertensione sono sconosciute. Da non sottovalutare, poi, l’importanza dei fattori di rischio, come la sedentarietà, il sovrappeso, l’eccesso di sodio e di zucchero nella dieta, lo stress e l’età.
La pressione bassa
La pressione bassa è una condizione nota anche come “ipotensione” ed è caratterizzata da valori inferiori alla media: una persona soffre di pressione bassa, quando i valori che si riferiscono alla pressione arteriosa scendono al di sotto dei 90-60 mmHg per la sistolica e la diastolica. Non si tratta di una patologia pericolosa come l’ipertensione, ma anch’essa non va sottovalutata.
I sintomi di un calo di pressione includono mal di testa, stanchezza, debolezza, capogiri e sonnolenza, oltre a svenimenti nei casi più gravi.
Tra le cause della pressione bassa, ci sono alcune patologie, la disidratazione, l’anemia, infezioni, reazioni allergiche, l’assunzione di alcuni farmaci e altri disturbi.
Quando si tratta di una condizione fisiologica o costituzionale e i valori si attestano attorno ai limiti del normale, la pressione arteriosa può essere considerata positiva, in quanto protegge dalla comparsa di eventuali malattie cardiovascolari.
La pressione in gravidanza
La pressione in gravidanza è, generalmente, bassa, ma può capitare che sia anche alta. Quanto deve essere la pressione in gravidanza? Durante la gravidanza, la pressione bassa è un fenomeno particolarmente diffuso, caratterizzato da valori inferiori alla media: ciò avviene, infatti, a causa della notevole vasodilatazione indotta dal progesterone. L’ipotensione nelle donne incinte tende a manifestarsi, in modo progressivo, dopo le prime settimane di gravidanza – stabilizzandosi intorno ai 75 mmHg per la pressione diastolica – fino al termine del secondo trimestre di gestazione, quando questa inizierà a risalire gradualmente per tornare alla normalità, ovvero a circa 85 mmHg, per la pressione diastolica: la sintomatologia per chi soffre di pressione bassa in gravidanza è simile a quelle di chi soffre, in condizioni normali, di ipotensione.
La pressione alta in gravidanza, invece, interessa circa il 6-8 per cento delle gestanti e si tratta di una condizione da non sottovalutare per i rischi di complicazioni: si parla di “ipertensione gestazionale”, quando la pressione arteriosa sistolica è superiore a 140 mmHg e/o la pressione arteriosa diastolica è superiore ai 90 mmHg, ma anche quando avviene un aumento della pressione arteriosa massima – rispetto al preconcepimento – di 25-30 mmHg e un aumento della pressione arteriosa minima – sempre rispetto al preconcepimento – di 15 mmHg. L’ipertensione in gravidanza può comportare tachicardia, cefalea, dolore addominale e, nei casi più gravi, distacco della placenta, ictus, insufficienza epatica, renale o cardiaca, parto prematuro o mortalità fetale e neonatale. Le cause della pressione alta in gravidanza vanno individuate in un insieme di fattori di rischio, come la predisposizione genetica o alcune malattie.
Ricordiamo che la pressione arteriosa massima è nota come “sistolica”; mentre, la pressione arteriosa minima è la cosiddetta “diastolica”.
Come si misura
Per quanto riguarda la misurazione della pressione, è consigliabile effettuare almeno due misurazioni, a distanza di circa 4 ore l’una dall’altra: i valori possono, infatti, essere diversi a seconda dell’ora della giornata e dell’emozionalità del momento. Ma come si misura la pressione arteriosa? Quando va misurata?È da premettere che la pressione andrà misurata con l’apposito apparecchio, almeno una volta alla settimana, preferibilmente al mattino o alla sera, ma sempre nello stesso momento della giornata. Le condizioni di misurazioni dovranno essere “standard”, ovvero non si dovrà aver fumato, bevuto caffè o assunto altri alimenti che possano innalzare la pressione e occorrerà essere a riposo: è consigliabile assumere una posizione sdraiata e rilassante per almeno 5-10 minuti, prima di effettuare la rilevazione e aver svuotato la vescica nei 30 minuti precedenti.
È, inoltre, da specificare che la pressione arteriosa aumenta la sera e nelle prime ore del mattino, ma tende a scendere del 10-20 per circa durante la notte.
Per quanto riguarda la misurazione della pressione:
- Il bracciale dovrà essere della dimensione adatta e indossato in modo corretto
- Sdraiatevi correttamente o sedetevi, appoggiando i piedi per terra
- Effettuate almeno 2-3 misurazioni, a distanza di circa un minuto le une dalle altre
- Il braccio in cui effettuerete la misurazione dovrà essere condotto all’altezza del cuore
Per i soggetti predisposti, è consigliabile annotare i valori della pressione rilevati ogni sei mesi, così da facilitare il compito del medico e fornirgli più informazioni possibili sulla vostra storia clinica.
La diagnosi
In presenza di sintomi e segni sospetti, contattare il medico e recarsi per una visita medica, così da stabilire una diagnosi e una terapia adeguata al caso. Oltre alla visita medica e allo studio dei sintomi, verranno effettuati esami e analisi per confermare o meno la presenza di eventuali altre malattie: tra questi, la misurazione della pressione, l’esame delle urine e l’elettrocardiogramma.
La cura
Ma qual è la cura? Cosa fare contro la pressione alta e la pressione arteriosa bassa? Generalmente, per quanto riguarda la pressione bassa, non è necessario intraprendere alcuna cura farmacologica; mentre, in caso di pressione alta, il trattamento può variare in base alla causa scatenante e ad altri fattori, per cui potrebbero essere prescritti alcuni farmaci antipertensivi.
È da ricordare che il principio attivo, il dosaggio e la durata della terapia dovranno essere decisi dal medico.
I rimedi naturali
In linea generale, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali per contrastare l’innalzamento o l’abbassamento della pressione del sangue. Come abbassarla, ad esempio? I rimedi naturali contro la pressione alta sono diversi: potrebbe, ad esempio, essere utile, in caso di pressione alta, evitare alcuni cibi o consumare determinati cibi per contrastarla.
- Seguire una dieta sana, che preveda il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e proteine vegetali, evitando i cibi di origine animale e diminuendo la quantità di sale assunta
- Mantenere il peso forma, dunque dimagrire e perdere peso, se necessario
- Fare attività fisica
- Combattere lo stress
Ecco una tabella che mostra gli alimenti e la quantità di cibo per mantenere una pressione sanguigna equilibrata.
Alimenti | Quantità |
---|---|
Verdure | Più di 1 porzione a pasto |
Frutta | 1-2 porzioni a pasto |
Pane e cereali | 1-2 porzioni a pasto |
Legumi | 2 porzioni alla settimana |
Uova | 2-4 uova a settimana |
Latticini | 1-2 porzioni al giorno |
Pesce | Più di 2 porzioni alla settimana |
Carne bianca | 2 porzioni alla settimana |
Carne rossa | Meno di 2 porzioni alla settimana |
Dolci | Meno di 3 porzioni alla settimana |
Olio extravergine di oliva | Ad ogni pasto |
Modificare il proprio stile di vita e le abitudini alimentari può essere necessario. La tabella sopra può essere di aiuto per sapere cosa mangiare e in che quantità anche contro la pressione bassa. Inoltre, potreste:
- Bere un bicchiere di acqua e zucchero
- Sdraiarvi e tenere le gambe sollevate, così che il sangue possa raggiungere, più facilmente, il cervello e il cuore
- Curare l’alimentazione e bere almeno due litri di acqua al giorno, garantendo il giusto apporto di vitamine e sali minerali all’organismo: aggiungete un po’ di sale alla dieta, evitate i pasti abbondanti e il consumo di alcol
- Passare, lentamente, dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta
La prognosi
Infine, la prognosi dipenderà da diversi fattori, come la tempestività di intervento, le cause che hanno condotto al disturbo e la gravità della condizione, oltre che l’età e lo stato di salute del paziente. Ad ogni modo, in caso di terapia, la prognosi è tendenzialmente buona.