E’ risaputo che l’inquinamento automobilistico causa una serie di danni a livello polmonare. I gas di scarico dei motori diesel, secondo un recente studio, condotto dai ricercatori della Duke University Medical Center, provocherebbero gravi danni a livello cellulare delle prime vie aeree. La gravità del danno è da ricercarsi nei geni di ogni singola persona. Da qui la spiegazione perché in una città, dove l’inquinamento delle macchine, raggiunge livelli altissimi, ci siano persone che risultano perfettamente sane ed altre che risentono di questo fattore.
Il Prof. Wolfgang Liedtke, della Duke University Medical Center, ha sottolineato come i suoi ricercatori abbiano capito, grazie a questo studio quale sia il meccanismo delle particelle dei gas di scarico. Ognuna di queste è caratterizzata da un nucleo di carbonio rivestito da metalli e prodotti chimici. Questi ultimi, trasportati dal nucleo di carbonio, si depositano sulle ciglia (organuli che costituiscono delle superfici delle prime vie aeree), formando del muco. Da questo contatto si innescano una serie di segnali che portano all’alterazione ed alla formazione del processo infiammatorio. Però non tutte le persone reagiscono in questo modo. Perché?
Il motivo è da ricercarsi nei geni. Le persone che presentano un’alterazione a carico del gene MMP-1(circa il 75% delle persone), risultano più suscettibili alle malattie polmonari, in quanto questo provoca una maggiore produzione di una molecola, mediatore di MMP-1, che distrugge il tessuto polmonare. Mentre, circa il 25% delle persone, risulta più fortunata, in quanto non presenta nessun alterazione a carico di questo gene. Lo studio, pubblicato on-line sulla rivista Environmental Health Perspectives il 18 gennaio, potrebbe indirizzare gli specialisti a creare nuove terapie per coloro che sono più suscettibili all’insorgenza di malattie polmonari, causate, anche dall’inquinamento automobilistico.