[galleria id=”53″]Il cervello decide di che partito saremo, ma non del tutto indipendentemente da quello che ci accadrà nella vita: così i partiti politici americani, sempre pronti a cavalcare l’onda, hanno ingaggiato neuroscienziati per capire che cosa cerca la gente nel leader politico e certo non è una operazione gratuita fatta a scopo umanitario.
“Lo facevamo anche noi”, rivela Matthew Taylor, ex-collaboratore di Tony Blair a Downing street, svelando che da anni ormai la politica ha coinvolto anche la scienza e la neuroscienza per effettuare gli studi prospettici di comportamento per il settore di mercato del voto. Dopo avere esaminato non troppo tempo fa “il sesso” della politica, adesso vediamo insieme allora come mai si decide di andare a destra o a sinistra, perché accade e specialmente come accade.
Ricordiamo con il beneficio delle eccezioni, che già la criminologia è riuscita a fare uno studio del comportamento del criminale, prevedendone in alcuni casi le possibili azioni e descrivendo le caratteristiche con una certa precisione: certo non è da biasimare il disinteresse alla politica se il prezzo da pagare è l’analisi della “materia grigia” tuttavia, tralasciando, cerchiamo di capire che cosa accade se i cervelli sono analizzati a scopo di raccogliere voti e adesioni.
Ad esempio il Cervello Progressista, chiamato proprio così, tendenzialmente è portato all’ottimismo e all’altruismo, ecco che saranno i valori come la solidarità e la società ad essere i primi della lista, una persona altruista e impegnata per il prossimo si aspetta lo stesso dal prossimo, per cui tendenzialmente in America voterà Progressista.
Il Conservatore invece pone la morale come base del sistema neurologico, giustizia, tradizione, virtù civica, tradizione e istituzione, valori tendenzialmente di destra, che i nuovi Tory hanno fatto propri. Una persona che ha un forte istinto morale e rigidità di interpretazione sarà sicuramente un buon Conservatore.
Secondo la visione del mondo dal punto di vista della neurologia esiste una terza opportunità politica, che viene chiamata Terza Via, quella secondo il sociologo Anthony Giddens che è responsabile del potere politico del New Labour Party di Blair: insomma, abbiamo ora sondaggisti, analisti, manipolatori mediatici, esperti della comunicazione e psicologi, tutti con il dito puntato sul povero elettore per procacciare una X. Sorge tuttavia una domanda: se ogni cervello ha un suo partito, chi è Anarchico, che cervello ha?
“Lo facevamo anche noi”, rivela Matthew Taylor, ex-collaboratore di Tony Blair a Downing street, svelando che da anni ormai la politica ha coinvolto anche la scienza e la neuroscienza per effettuare gli studi prospettici di comportamento per il settore di mercato del voto. Dopo avere esaminato non troppo tempo fa “il sesso” della politica, adesso vediamo insieme allora come mai si decide di andare a destra o a sinistra, perché accade e specialmente come accade.
Ricordiamo con il beneficio delle eccezioni, che già la criminologia è riuscita a fare uno studio del comportamento del criminale, prevedendone in alcuni casi le possibili azioni e descrivendo le caratteristiche con una certa precisione: certo non è da biasimare il disinteresse alla politica se il prezzo da pagare è l’analisi della “materia grigia” tuttavia, tralasciando, cerchiamo di capire che cosa accade se i cervelli sono analizzati a scopo di raccogliere voti e adesioni.
Ad esempio il Cervello Progressista, chiamato proprio così, tendenzialmente è portato all’ottimismo e all’altruismo, ecco che saranno i valori come la solidarità e la società ad essere i primi della lista, una persona altruista e impegnata per il prossimo si aspetta lo stesso dal prossimo, per cui tendenzialmente in America voterà Progressista.
Il Conservatore invece pone la morale come base del sistema neurologico, giustizia, tradizione, virtù civica, tradizione e istituzione, valori tendenzialmente di destra, che i nuovi Tory hanno fatto propri. Una persona che ha un forte istinto morale e rigidità di interpretazione sarà sicuramente un buon Conservatore.
Secondo la visione del mondo dal punto di vista della neurologia esiste una terza opportunità politica, che viene chiamata Terza Via, quella secondo il sociologo Anthony Giddens che è responsabile del potere politico del New Labour Party di Blair: insomma, abbiamo ora sondaggisti, analisti, manipolatori mediatici, esperti della comunicazione e psicologi, tutti con il dito puntato sul povero elettore per procacciare una X. Sorge tuttavia una domanda: se ogni cervello ha un suo partito, chi è Anarchico, che cervello ha?