Pneumotorace iperteso: cause, sintomi e rimedi

Lo pneumotorace è un disturbo serio, che assume contorni ancora più preoccupanti se è di tipo iperteso

pneumotorace cause e rimedi

Articolo aggiornato il 3 Novembre 2023

Può avere una causa precisa, traumatica, oppure essere di tipo spontaneo, ma quel dolore, che può avere l’intensità di una lama che trafigge il torace o essere simile a un leggero fastidio, è il sintomo di un disturbo che pochi conoscono e sanno riconoscere, lo pneumotorace. E’ un problema che colpisce il polmone, uno o entrambi e che, in casi più rari, può degenerare in una complicanza, lo pneumotorace iperteso.

Lo pneumotorace

Quando si verifica questa spiacevole eventualità, è tutta colpa, o quasi, dell’ingresso anomalo di aria all’interno dello spazio pleurico, cioè la membrana che riveste i polmoni.

Se, in condizioni normali, la pressione presente nello spazio pleurico, inferiore rispetto a quella atmosferica e in grado di contrastare efficacemente la tendenza naturale alla retroazione elastica del polmone, lo mantiene gonfio e disteso, in caso di pneumotorace, questo equilibrio naturale viene minato.

In particolare, l’introduzione di aria a una pressione diversa, superiore rispetto a quella contenuta normalmente del polmone, “rompe” gli equilibri, interferendo con il meccanismo. La retroazione elastica del polmone non può più essere contrastata e, di conseguenza, il polmone si schiaccia e collassa.

Lo pneumotorace iperteso

E’ una grave complicanza, più che una patologia diversa, limitata, fortunatamente, a una percentuale ridotta di casi: lo pneumotorace iperteso si verifica quando l’aria, una volta entrata in modo anomalo nello spazio pleurico, continua a penetrare senza alcuna possibilità di uscirne, attraverso un meccanismo a valvola unidirezionale.

La sintomatologia rilevabile in questo caso ha contorni precisi e poco rassicuranti. La persona colpita da pneumotorace iperteso manifesta importante sofferenza respiratoria, caratterizzata anche da dispnea, aumento della frequenza cardiaca e della sudorazione, dolore all’altezza del torace, percepito come una coltellata violenta e improvvisa, cianosi periferica, ansia e, a volte, anche enfisema sottocutaneo.

Pneumotorace spontaneo e traumatico

Lo pneumotorace può essere classificato in base alla causa in due categorie principali: spontaneo e traumatico. Il primo, a sua volta, può essere suddiviso in pneumotorace spontaneo primario (senza malattia polmonare sottostante) e pneumotorace spontaneo secondario (associato a una malattia polmonare preesistente). D’altra parte, lo pneumotorace traumatico può derivare da traumi al torace, compreso il pneumotorace iatrogeno, che può verificarsi come complicazione di una procedura medica.

Entrambe queste forme di pneumotorace possono evolvere in una variante particolarmente grave chiamata pneumotorace iperteso, che rappresenta una minaccia per la vita. Nel caso del pneumotorace iperteso, la lesione pleurica funziona come una sorta di valvola unidirezionale. Ciò significa che l’aria può entrare nello spazio pleurico durante l’inspirazione, ma trova difficoltà a fuoriuscire durante l’espirazione. Questo meccanismo comporta che ad ogni inspirazione ulteriore aria si accumula all’interno del torace, limitando lo spazio disponibile per l’espansione polmonare.

Approfondiamo la questione dello pneumotorace iperteso

Lo pneumotorace iperteso o tensivo è una condizione medica grave in cui l’aria entra nel cosiddetto spazio pleurico, che è lo spazio tra il doppio strato della membrana pleurica, la quale riveste la parete interna del torace e la superficie dei polmoni. Normalmente, questo spazio contiene solo un sottile strato di liquido, il che impedisce agli strati pleurici di sfregarsi l’uno contro l’altro. Quando si verifica una lesione alla pleura, che può essere causata da traumi toracici o malattie polmonari, l’aria può fluire liberamente nello spazio pleurico ma non può fuoriuscire. Di conseguenza, l’accumulo di aria crea una pressione positiva all’interno dello spazio pleurico, che esercita una forza compressiva sui polmoni. Questo può ostacolare l’espansione e la contrazione polmonare, causando difficoltà respiratorie.

Con il continuo accumulo di aria, la pressione aumenta ulteriormente e può influire sulla posizione di altre strutture toraciche, come la trachea. Questo può aumentare ulteriormente la difficoltà nella respirazione. Inoltre, l’aumento della pressione intratoracica può anche influire sul cuore e sui vasi sanguigni che drenano il sangue al cuore. Questo può portare a una diminuzione del ritorno venoso e della gittata cardiaca, e se non trattato prontamente, può progredire rapidamente verso un collasso cardiovascolare, con conseguente arresto cardiaco.

Medico controlla radiografia polmoni
Medico controlla radiografia polmoni-Foto di Anna Shvets-pexels.com

Quali sono i segnali che ci avvisano di tale malattia? E cosa la causa?

Lo pneumotorace iperteso può svilupparsi in seguito a diversi tipi di pneumotorace, ma è più comunemente osservato in seguito a traumi toracici o in individui che sono sottoposti a ventilazione meccanica. Questa condizione è caratterizzata da una serie di sintomi, segni e risultati clinici: gravissima difficoltà respiratoria, dispnea (fiato corto), intenso dolore toracico acuto. Altri segnali da tenere sotto osservazione sono sicuramente la presenza di bassi livelli di ossigeno nel sangue (ipossiemia), un aumento anomalo della frequenza cardiaca (tachicardia), bassa pressione sanguigna (ipotensione), alterazione dello stato mentale generale.

Un medico esperto noterà subito che la malattia infici notevolmente sulla salute del nostro corpo anche dal punto di vista fisico, infatti l’operatore noterà una deviazione della trachea lontano dal lato colpito, ridotti o assenti suoni respiratori durante l’auscultazione polmonare, percussione toracica che produce un suono eccessivamente risonante, ed una espansione asimmetrica del torace a causa del collasso del polmone interessato.

Nei casi più gravi lo pneumotorace tensivo può causare ulteriori problemi al corpo dell’individuo colpito da tale problema di salute, tra questi troviamo la cosiddetta “cianosi”, ossia la colorazione bluastra della pelle dovuta alla diminuzione dei livelli di ossigeno nel sangue, e la presenza di vene del collo distese, a causa del collasso dei vasi sanguigni che normalmente riportano il sangue al cuore. In alcune situazioni, l’aria presente nello spazio pleurico può fuoriuscire ed essere intrappolata in altre aree vicine, come il tessuto sottocutaneo, creando l’enfisema sottocutaneo, o nelle cavità adiacenti, come il mediastino, dando luogo a uno pneumomediastino.

Come diagnosticare la malattia

La diagnosi di pneumotorace tensivo richiede una valutazione clinica accurata, e i segni e sintomi indicativi includono distress respiratorio, deviazione tracheale, vene del collo dilatate, bassa pressione sanguigna e riduzione o assenza dei suoni respiratori durante l’auscultazione polmonare. In caso di un forte sospetto clinico di pneumotorace tensivo, è fondamentale avviare immediatamente un trattamento di emergenza, senza attendere gli esami di imaging, poiché ritardare l’intervento può essere pericoloso.

Dopo aver stabilizzato il paziente con successo, è possibile procedere con esami di imaging per confermare la diagnosi. La radiografia del torace è uno strumento diagnostico comune e molto semplice da effettuare che è in grado di rivelare la presenza di segni caratteristici del pneumotorace. Questi segni includono una maggiore trasparenza o radiolucenza nel lato affetto, una maggiore separazione delle costole e un collasso parziale o totale del polmone colpito. Segni radiologici specifici per il pneumotorace tensivo includono la deviazione mediastinica e tracheale lontano dall’area del pneumotorace, così come l’appiattimento del diaframma.

Un’ulteriore opzione diagnostica, soprattutto in situazioni in cui la radiografia del torace potrebbe non essere immediatamente disponibile, è l’ecografia eseguita presso il punto di cura. Questa tecnica, che non ha effetti indesiderati ed è molto rapida da fare, può fornire informazioni in tempo reale sulla presenza di aria nello spazio pleurico e confermare la diagnosi di pneumotorace effettuata dal medico, cos’ da intervenire al più presto per rimediare allo stato di salute compromesso del paziente.

Radiografia effettuata ai polmoni
Radiografia effettuata ai polmoni-Towfiqu barbhuiya-pexels.com

I rimedi

Se nei casi meno seri di pneumotorace, quando le dimensioni sono ridotte e la porzione di polmone interessata è minima, non è previsto alcun trattamento, ma solo l’assoluto riposo, quando si tratta di pneumotorace iperteso, è necessario intervenire tempestivamente.

Il drenaggio toracico è il trattamento da effettuare con urgenza, per ristabilire la funzionalità polmonare e, di conseguenza, respiratoria. Previa anestesia locale, tramite una piccola incisione tra le costole, viene inserito un catetere, collegato a un sistema apposito che aspira l’aria, favorendone la fuoriuscita dal polmone.

Quando il drenaggio non basta, è previsto l’intervento chirurgico vero e proprio, che, in videotoracoscopia, in modo mininvasivo, limitando a due piccole incisioni le cicatrici, permette di rimediare all’anomalia pleurica all’origine del problema.

Discutiamo nello specifico di alcuni trattamenti

Lo pneumotorace iperteso è una condizione medica di emergenza che richiede un trattamento immediato per ripristinare la funzione respiratoria adeguata. Uno dei principali interventi per gestire questa situazione è la decompressione del torace con un ago, comunemente nota come toracostomia con ago. Questa tecnica vuole sostanzialmente svuotare la zona compromessa dell’aria presente in eccesso che causa il problema.

Durante la procedura di decompressione con ago, un tecnico o un medico esperto inserirà un ago di dimensioni adeguate attraverso la parete toracica, tra le costole e direttamente nello spazio pleurico. Questo procedimento è vitale e può salvare la vita del paziente, soprattutto quando viene eseguito in situazioni pre-ospedaliere, in quanto il ritardo nel trasporto del paziente in ospedale potrebbe avere gravi conseguenze.

Dopo aver completato la decompressione con l’ago, l’ago stesso rimarrà in posizione fino a quando non sarà possibile posizionare un tubo toracico definitivo. Questo tubo toracico serve a facilitare il drenaggio dell’aria rimanente dallo spazio pleurico. Successivamente, solitamente viene eseguita una radiografia del torace per confermare la corretta posizione del tubo toracico e per assicurarsi che il polmone si stia espandendo adeguatamente. Dopo questi interventi iniziali, il paziente viene spesso trasferito in un’unità di terapia intensiva, dove può essere monitorato attentamente per quanto riguarda i segni vitali e ricevere ossigeno supplementare ad alta concentrazione per garantire una corretta ossigenazione.

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