Uno studio pubblicato sulla rivista American Journal of Public Health conferma quello che già sappiamo da tempo: la plastica che inquina gli oceani non ha solo un grave impatto ambientale, ma anche sulla salute dell’uomo.
Questo perché la plastica rilascia sostanze nell’acqua che ne comportano una maggiore acidificazione e una deossigenazione associata al cambiamento globale, e contribuisce anche all’innalzamento del livello dei mari, che può portare ad annegamento, lesioni, perdita di mezzi di sussistenza e danni alla proprietà dovuti a eventi meteorologici estremi. Infine, va ad inficiare la vita di fauna e flora marina, già messe in estrema difficoltà a causa della pesca invasiva.
Secondo i ricercatori, in tutto il mondo ogni anno si registrano oltre 250 milioni di casi clinici di gastroenterite e malattie respiratorie collegate al nuoto nei mari contaminati dalla plastica. Come se non bastasse, malattie trasmissibili e ingestione di sostanze tossiche sono gli altri gravi problemi causati dalla plastica.
Per esempio, le popolazioni artiche, nutrendosi principalmente di pesci, sono le più esposte al mondo a questo tipo di problemi: il mare inquinato diventa un problema non soltanto per la salute, ma anche per l’economia e la società in generale, poiché essendo fonte primaria di vita, le acque vengono sempre di più svuotate in maniera selvaggia dall’uomo alla ricerca di risorse, che di contro vanno man mano diminuendo.
Oceani: non solo plastica ma anche fonte di vita
Gli oceani però non sono solo inquinamento e plastica: forniscono a 4.5 miliardi il 15% dell’apporto giornaliero pro capite di proteine animali. Il pesce, infatti, essendo ricco di micronutrienti e acidi grassi omega-3 è fondamentale per la salute fisica e mentale, perciò mantenere il mare in salute e pulito è fondamentale. Viverci a contatto, poi, migliora la qualità della vita di una persona sia dal punto di vista della salute e del benessere piccola influenzando in maniera sociale la vita delle persone.
La necessità di un oceano privo dell’inquinamento e dalla plastica e dunque più urgente che mai, tanto che le Nazioni Unite hanno recentemente annunciato il programma Decade of Ocean Science for Sustainable Development, che si concluderà nel 2030: in questi dieci anni si punterà a cambiare il rapporto con il mare e rispettarlo di più.
Secondo i ricercatori dello studio, però, di questo non dovrebbero occuparsi esclusivamente biologi e ricercatori oceanici, bensì anche medici: il problema non è soltanto ecologico, ma anche, e soprattutto, umano.