Articolo aggiornato il 7 Settembre 2012
La piorrea o parodontite è una patologia odontoiatrica che colpisce, appunto, il parodonto costituito dall’osso alveolare, dal legamento parodontale, dal cemento e dalla gengiva. Questa patologia è tra le forme più gravi a carico delle gengive e dei denti tanto da avere un’importanza sociale pari a quella della carie. La differenza con quest’ultima è che colpisce, maggiormente, le persone anziane magari anche quelle immuni dalla carie. In cosa consiste? È un’infezione grave, a carico dei legamenti e delle ossa, causata da un numero elevato di batteri che si insediano nella cavità orale. Questo processo infettivo, di solito, parte da una gengivite (la presenza di tartaro e placca col tempo intaccano le gengive, i denti, le radici e le ossa), che secondo le stime riguarda almeno l’80% delle persone. Infatti, si vanno a formare delle vere e proprie sacche batteriche tra le gengive (tasche parodontali), con dimensioni di circa 4-6 mm, ampie a tal punto che il cibo riesce a penetrare, causando la formazione di ulteriore placca, e il proseguire (se non si interviene tempestivamente) e l’aggravarsi dell’infezione. I sintomi, infatti, sono, l’infiammazione delle gengive, con sanguinamento, dolore, arrossamenti, aumento della sensibilità alla pulizia e alla masticazione, e formazione, come accennato sopra delle tasche parodontali; alitosi; apparente allungamento dei denti per retrazione delle gengive, sino alla perdita dei denti.
Cause, diagnosi e rimedi
Le cause della piorrea sono, soprattutto, legate alla scarsa igiene orale, oltre che alla predisposizione genetica (un sistema immunitario non sufficientemente sviluppato) di ogni singolo paziente; la gravidanza; ma anche patologie come il diabete mellito, l’obesità, alcune allergie e vizi come il fumo, l’alcol, una cattiva alimentazione, sono dei fattori importanti ed incidenti per l’insorgere della patologia. Per poter risolvere il problema è necessaria una diagnosi precoce con sondaggio parodontale, in modo tale da evidenziare subito la condizione delle gengive, quindi la presenza delle tasche parodontali, e con l’uso di radiografie indorali (da diverse posizioni) valutare le condizioni dell’osso. Dopo aver diagnosticato la presenza della piorrea si passa all’eliminazione di tutti gli agenti che hanno causato la patologia: quindi si levigheranno le radici dei denti, rimuovendo anche il tessuto necrotizzato e di granulazione. In questo modo si crea un nuovo attacco epiteliale alla radice. Dopo tre mesi dalla levigatura si controlla se vi sono alcuni problemi non risolti, ed in questo caso si ripara con piccoli interventi chirurgici. Grazie a controlli regolari con lo specialista e seguendo le regole di una buona igiene orale (pulizia completa almeno ogni 3-6 mesi), di una corretta alimentazione, e evitando vizi come fumo, alcol, droghe, si può tenere sotto controllo la patologia.
Rischi che la parodontite può comportare
Oltre alla perdita dei denti la piorrea può comportare l’insorgenza di molti altri problemi come un peggioramento dell’osteoporosi e del diabete mellito, un aumento del rischio di infarto cardiaco, di shock apoplettico, di parto prematuro (ricordiamo che la parodontite può svilupparsi anche durante la gravidanza), ridurre le difese immunitarie ed essere maggiormente soggetti a patologie respiratorie. Ecco perché gli specialisti sottolineano quanto la salute dei denti e prendersene cura sia importante per preservare la salute di tutto l’organismo.