Pillola anticoncezionale: possibili rischi e controindicazioni

Abbiamo rivolto alcune domande al dr. Gianfranco Blaas, specialista in ginecologia, sulla pillola anticoncezionale

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Pillola anticoncezionale: possibili rischi e controindicazioni

La maggior parte delle donne lo sa: la pillola anticoncezionale aiuta a vivere meglio la sessualità, se non si desidera un bambino, e rappresenta anche una valida soluzione in caso di disturbi, come ciclo irregolare, ovaio micropolicistico e acne. Ma prima di assumere la pillola (e anche durante la sua assunzione) non mancano le perplessità e gli interrogativi che portano a domandarci se faccia bene o anche male. Abbiamo così rivolto alcune domande al dr. Gianfranco Blaas, specialista in ginecologia.

In quali casi si consiglia l’assunzione della pillola anticoncezionale?

Dato per scontato che sia a tutti noto che la pillola anticoncezionale è costituita per lo più da un’associazione estro-progestinica, ma può essere anche a base di solo progesterone, nel tempo sono cambiati i componenti della stessa: l’estrogeno, che una volta era a dosaggio piuttosto elevato per assicurare l’effetto anticoncezionale, ma presentava inconvenienti legati a una maggior pericolosità in ambito arterioso e per le patologie mammarie, è stato portato a un basso dosaggio. Ormai, quasi universalmente si usa l’etinilestradiolo o sue varianti chimiche.
Il progestinico è stato, invece, maggiormente variato, in base alla funzionalità che gli si richiede: sono stai usati progestinici con minor impatto su variazioni di peso di chi lo assume, sugli effetti cutanei, sulle complicanze cardiovascolari. Anche se poi alla luce dell’esperienza, non sempre i risultati pratici sono conformi alle aspettative sperimentali.
Allora, perché la prescriviamo? Innanzitutto se la richiede la donna, anche se minorenne (Legge 194/78). Altre indicazioni sono la presenza di mestruazioni molto abbondanti, che possono causare anemia, o presenza di dolori mestruali molto intensi: queste due circostanze portano a prescrivere estro-progestinico, senza interruzioni anche per un lungo periodo (una volta si parlava di pseudo-gravidanza) ed esistono confezioni multipack a questo scopo.
Oltre che come anticoncezionale, la pillola può essere prescritta per “fini estetici”, per evitare l’eccesso di peluria o la foruncolosi: si usano pillole di ultima generazione, in cui il progestinico è il Dienogest o il Drospirenone: hanno spiccata attività anti-androgenica, riducendo anche l’eventuale ritenzione liquida, ma, per quanto riguarda le patologie venose sembrano più pericolosi rispetto ai progestinici di precedente generazione.

Esistono davvero dei rischi, anche per pillole più “leggere”?

Nelle donne sane, senza familiarità marcata per il cancro alla mammella o patologie trombotiche, non esistono rischi in assoluto, tanto è vero che la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), nelle sue linee guida, non prescrive ne visita (che comunque secondo me è sempre raccomandabile), ne esami pre-prescrizione, ma richiede un’accurata indagine clinica (OMS Selected Practice Recommendations for Contraceptive Use 2005; UK Selected Practice Recommendations for Contraceptive Use 2006).
A ciascuna donna devono essere fornite tutte le informazioni utili nel far sì che la scelta contraccettiva sia consapevole e condivisa. È pertanto necessario verificare che siano stati compresi:
– Il meccanismo d’azione e la relativa efficacia del metodo
– L’uso corretto
– I più comuni effetti collaterali
– I fattori di rischio per la salute e i benefici
– I sintomi per i quali è necessario consultare il medico
– Le informazioni sul ritorno alla fertilità dopo la sospensione
È necessario, inoltre, fornire informazioni sulle IST (malattie sessualmente trasmesse), per cui la pillola non offre alcuna protezione, e sulla contraccezione d’emergenza, in caso di errori di utilizzo del metodo contraccettivo prescritto. Inoltre, è importante spiegare che esistono farmaci che interferiscono con la pillola, come:
– antiepilettici
– antibiotici (ad es. rifampicina)
– antiretrovirali
– fitoterapici (ad es. iperico)
– lassativi o sostanze che riducono l’assorbimento intestinale (ad es. glucomannano)

Quali sono le condizioni per cui è controindicato l’uso della contraccezione ormonale combinata?

Queste le condizioni per cui è controindicato l’uso della pillola:
– Gravidanza
– Neoplasia mammaria maligna (non è controindicato nella neoplasia benigna o nella storia familiare di patologia mammaria)
– Ipertensione non controllata dalla terapia o presenza di danno d’organo
– Cardiopatie (ischemica, dilatativa, valvulopatia complicata)
– Malattia tromboembolica venosa pregressa o in atto
– Malattia cerebrovascolare pregressa o in atto
Emicrania con aura
– Epatite cronica attiva e cirrosi epatica
– Neoplasia epatica (benigna o maligna)
Diabete (da più di 20 anni o con compromissione d’organo)
– Forti fumatrici (>15 sigarette/die) e con più di 35 anni
– Post-partum. Fino a tre settimane dopo il parto (a meno che non si usi una pillola di solo progesterone)

Dopo quanto tempo, dall’assunzione della pillola, è bene fare una visita di controllo?

Il mio consiglio è che il primo controllo venga effettuato dopo 3-4 mesi dalla prima assunzione. Non sono necessari esami ematochimici periodici di monitoraggio.
Si consigliano controlli successivi annuali o con cadenza diversa, in presenza di fattori di rischio o per altre esigenze cliniche (Grado C). Non esistono dimostrazioni di evidenza che le sospensioni periodiche del contraccettivo ormonale siano di qualche utilità per la salute della donna. Non è necessario sospendere il contraccettivo ormonale mesi prima della ricerca di una gravidanza.

Quali sono gli effetti collaterali più comuni?

Grossi effetti collaterali non ne sono evidenziati. Il più comune, legato al basso dosaggio, è la comparsa di spotting: perdita ematica dai genitali, la cui entità può variare da poche gocce a un simil-flusso mestruale. Di solito, tende a cessare spontaneamente. Qualora ciò non succedesse, si può raddoppiare il dosaggio (due pillole invece che una) per alcuni giorni, sino a che non cessano le perdite.
Aumenti di peso, dovuti in parte a ritenzione idrica e all’alterazione del metabolismo degli zuccheri, sono legati, se non in qualche caso sporadico, alle vecchie pillole.
A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr. Gianfranco Blaas,
Medico Chirurgo Ginecologo