Articolo aggiornato il 24 Novembre 2015
Piastrine basse: quali sono i sintomi, le cause e i rimedi? Di solito, in una condizione fisiologica, nel nostro organismo sono in circolo dalle 150.000 alle 300.000 piastrine per ogni milionesimo di litro di sangue. La situazione di piastrine basse si ha quando i valori scendono al di sotto dei 150.000 unità per milionesimo di litro. In campo medico la situazione viene indicata anche con il nome di piastrinopenia. Un numero basso di piastrine è sempre accompagnato da sanguinamenti ed ematomi ricorrenti, perché il compito delle piastrine è proprio quello di favorire la coagulazione del sangue.
Sintomi
Possiamo distinguere diverse forme di piastrinopenia in base al numero delle unità coinvolte. Si parla di una forma lieve del disturbo, se il numero di piastrine per milionesimo di litro è compreso tra 100.000 e 150.000. La piastrinopenia è media con un numero di piastrine compreso tra 50.000 e 100.000. Il disturbo si presenta, invece, in modo grave, se la quantità di piastrine è compresa tra 10.000 e 50.000. Se la malattia si presenta in maniera lieve o media, può anche non avere sintomi specifici.
Le manifestazioni sintomatologiche, quando ci sono, comprendono diversi elementi. La cute può essere disseminata da chiazze color vermiglio. Ci può essere la presenza di ematomi e possono sorgere delle emorragie localizzate in differenti parti del corpo, come, per esempio, le gengive, l’apparato urinario e quello gastroenterico. Può sorgere un versamento ematico anche nelle articolazioni.
La diagnosi delle piastrine basse si fa attraverso una comune analisi del sangue, che prevede la messa a punto di un esame emocromocitometrico: si tratta di una conta delle cellule ematiche e quindi anche delle piastrine. A volte ci si accorge di soffrire di piastrine basse casualmente, sottoponendosi alle analisi del sangue per altri motivi.
La diagnosi si basa anche sulla considerazione di eventuali sintomi, che possono variare a seconda della causa che sta alla base della malattia. Ad esempio, la presenza di febbre può indicare un’infezione o l’aumento delle dimensioni della milza può mettere in risalto una piastrinopenia causata dalla splenomegalia.
A volte, per un’analisi corretta della condizione, bisogna ricorrere a degli altri esami, come i test ematici completi, ed in particolare all’emocromo, che possa essere basato sulla conta di leucociti, eritrociti, piastrine, sulla determinazione del volume dei globuli rossi, sul contenuto medio di emoglobina. A volte occorre eseguire una biopsia del midollo osseo. In questi casi si preleva, attraverso un processo di aspirazione, un campione di midollo. Una parte del materiale prelevato viene esaminata al microscopio, per verificare lo stato delle cellule. L’altra parte del campione può essere utilizzata per esami colturali e per altri test. Per una diagnosi più precisa può essere utile anche un’ecografia della milza.
Cause
Da cosa dipende la piastrinopenia? Può essere dovuta ad una scarsa produzione, da parte del midollo osseo, dei megacariociti, le cellule da cui derivano le piastrine. In genere, quando si verifica questa condizione, le piastrine basse sono associate anche ad un’anemia. Le cause che determinano questa situazione possono consistere anche in tumori del midollo osseo, che si possono presentare sotto varie forme, dalla leucemia linfoblastica acuta al mieloma multiplo.
A volte tutto può essere ricondotto ad una compromissione delle cellule staminali, che determina un esaurimento funzionale del midollo, il quale diventa non in grado di produrre più le cellule ematiche. E’ il caso, ad esempio, di malattie congenite come l’anemia di Fanconi o di patologie acquisite per infezioni virali o batteriche o provocate da agenti chimici o radiazioni ionizzanti. In alcune situazioni può accadere che il midollo produca il fisiologico fabbisogno di megacariociti, però da questi discende una quantità insufficiente di piastrine. Anche in questo caso la piastrinopenia si accompagna a delle conseguenze, che consistono in delle forme di anemia.
Alla base ci può essere una carenza di vitamina B12 ed acido folico oppure si possono verificare delle piastrinopenie ereditarie, causate da mutazioni genetiche. Altre cause che conducono alle piastrine basse possono essere costituite dall’aumento della distruzione delle piastrine, con una loro vita media molto ridotta, inferiore ai 10 giorni. Questa condizione può essere determinata dalla porpora trombocitopenica autoimmune, una malattia caratterizzata dalla scarsezza di piastrine dovuta alla loro distruzione.
Altra causa potrebbe essere rappresentata dalla sindrome di Bernard-Soulier. Si tratta di un insieme di malattie genetiche che interessano la compromissione di un particolare ricettore delle piastrine, che dovrebbe consentire di aderire al tessuto dei vasi sanguigni danneggiati. La piastrinopenia potrebbe essere dovuta anche ad un eccessivo utilizzo di piastrine. E’ il caso, per esempio, in cui si formano improvvisamente dei piccoli coaguli in tutti i vasi sanguigni del corpo, per cui viene consumata una grandissima quantità di piastrine. Si potrebbe trattare anche di coagulazione intravasale disseminata, una malattia, che porta alla formazione di un grande numero di trombi.
Un altro motivo è da rintracciare nella sindrome emolitico-uremica, patologia caratterizzata dalla contemporanea presenza di anemia emolitica e di insufficienza renale acuta. Questa situazione può essere causata da un’infezione batterica o da alcune cure, come la chemioterapia. Si può incorrere in una condizione di piastrinopenia anche quando i trombociti vengono meno durante il circolo sanguigno. Ad esempio è una condizione tipica della splenomegalia, l’ingrossamento della milza dovuto a infezioni, epatiti, anemie, malattie da accumulo, tumori del sangue.
Rimedi
Per il trattamento delle piastrine basse, i farmaci più utilizzati sono rappresentati dai cortisonici e dagli immunosoppressori. La scelta va affidata al medico di fiducia, tenendo conto anche della causa che sta alla base del disturbo. Non sempre, però, è possibile curare definitivamente la patologia che determina le piastrine basse. Proprio per questo, a volte, ci si deve limitare a mantenerle sotto controllo, cercando di alleviarne i sintomi.
Se il sanguinamento è abbondante, si possono assumere concentrati piastrinici. Nei casi particolarmente gravi, quando i test ematici forniscono una fonte di piastrine inferiore alle 10.000 cellule per milionesimo di litro di sangue, si deve ricorrere immediatamente alle trasfusioni. Se alla base delle piastrine basse c’è la splenomegalia, il medico valuterà se sia necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico, per l’asportazione della milza.
Alcuni rimedi naturali prevedono il trattamento con vitamina C e melatonina, ma non esistono evidenze scientifiche confermate sulla sicurezza di queste terapie e sulla loro reale efficacia. Si può ricorrere anche a dei rimedi omeopatici, riguardo ai quali risulta difficile fornire delle indicazioni specifiche: ogni terapia omeopatica risulterà diversa dalle altre, perché va calibrata sulla situazione generale di salute del paziente.
Esiste anche una forma particolare di piastrinopenia che interessa le donne in gravidanza. Anche in questi casi la cura è generalmente la stessa di quella che viene riservata agli altri pazienti. Di solito è l’intera squadra medica, composta da ematologo, ginecologo ed immunologo, a valutare quale trattamento sia più adatto. Se le piastrine della gestante sono inferiori alle 50.000 cellule per milionesimo di litro di sangue, si dovrebbe ricorrere al taglio cesareo, per scongiurare il pericolo di emorragie.
Cosa mangiare? Anche se è impossibile individuare una correlazione specifica tra piastrine basse ed alimentazione, è giusto che si curi la dieta, che sia bilanciata e che si basi sull’assunzione di cereali integrali, legumi, carni bianche, pesce e grassi vegetali polinsaturi, che si trovano, ad esempio, nell’olio extravergine d’oliva. Nel caso di piastrinopenia sarebbe necessario limitare l’assunzione di alcol o di sostanze eccitanti, come tè e caffè.