Perché l'autismo colpisce più i maschi delle femmine?

Un nuovo studio condotto dall'Università dell'Iowa fornirebbe una spiegazione al perché i maschi hanno più probabilità di essere colpiti dalla sindrome autistica. La risposta sarebbe in un 'effetto protettivo' che le femmine hanno nel loro Dna.

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Articolo aggiornato il 18 Ottobre 2017

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La questione del perché l’autismo colpisca più i maschi delle femmine è stata a lungo dibattuta e analizzata. L’università dell’Iowa ha messo a punto un nuovo studio che potrebbe fornire una risposta: gli scienziati dell’università hanno infatti scoperto che esisterebbe un vero e proprio “effetto protettivo” nelle femmine, che le metterebbe meno a rischio autismo rispetto ai maschi. Lo studio, per ora realizzato su dei topi, suggerisce che la scienza sia sulla strada giusta per trovare una cura per i disturbi dello spettro autistico.

Lo studio

Circa un caso di autismo ogni 200 è causato dall’assenza di una specifica sezione di DNA: i topi che sono stati utilizzati per la ricerca erano privi proprio di quella sezione di DNA. Ai topi che eseguivano determinati comportamenti veniva data una ricompensa; questo tipo di associazione non avviene in chi è affetto da autismo e infatti i topi che hanno mostrato segni di un comportamento anormale erano quelli con l’anomalia genetica correlata all’autismo. Tuttavia, questo è risultato vero solo per i topi maschi, mentre le femmine non risultavano colpite dal disturbo.
Uno dei geni contenuti nella sezione mancante di DNA è una proteina chiamata ERK1, che gioca un ruolo importante nella parte del cervello chiamata striato: proprio questa parte è quella deputata a far comprendere il meccanismo dell’apprendimento per ricompensa (quello che è stato testato sui topi); dallo studio è emerso come la proteina ERK1 avrebbe un effetto molto più significativo sui maschi che sulle femmine. “Questa è una delle prime prove – spiega il dottor Nicola Grissom, uno degli autori della ricerca – che esiste un effetto protettivo femminile“.
Gli ultimi test rivelano che alcune importanti differenze di comportamento tra topi maschi e femmine sono collegate proprio a un funzionamento diverso dello striato, la parte del cervello coinvolta nell’apprendimento per ricompensa; un malfunzionamento di questa parte spiegherebbe anche le difficoltà di interazione e socializzazione delle persone colpite da disturbi dello spettro autistico.

L’effetto protettivo femminile

I risultati ottenuti dallo studio dell’Università dell’Iowa, dunque, portano una nuova, preziosa luce sulla scienza dei disturbi dello spettro autistico, che sono più frequenti nei maschi che nelle femmine: in Gran Bretagna ci sono circa 700.000 persone colpite da autismo, mentre negli Stati Uniti sono 3,5 milioni; per ogni femmina affetta da autismo, ci sono 4 maschi.
“Tuttavia – afferma il dottor Ted Abel, autore dello studio pubblicato in Psichiatria Molecolare – lo studio affronta anche la questione più ampia di come il sesso e il genere influenzino la neurobiologia del modo in cui apprendiamo e ci comportiamo.” I risultati potrebbero quindi spiegare come mai i disturbi neurocomportamentali dello spettro autistico colpiscono prevalentemente i maschi.
“Pensiamo di essere sulla strada giusta” afferma il dottor Ted Abel.