Parkinson, un tampone nasale per diagnosi precoce

Secondo uno studio nel naso delle persone a rischio di sviluppare la malattia sono presenti accumuli di una proteina nota per essere collegata al Parkinson

mani di persona anziana
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Con un tampone nasale si potrà diagnosticare precocemente il Parkinson, prima che i sintomi e i danni al cervello tipici di questa malattia facciano la loro comparsa. Questa è la promessa che arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Brain, condotto tra Italia e Austria e coordinato da Gianluigi Zanusso, dell’università di Verona, secondo cui nel naso delle persone a rischio di sviluppare la malattia sono presenti (già decenni prima dell’esordio), accumuli di una proteina nota per essere collegata al Parkinson: l’Alfa sinucleina.

Il Parkinson, la più diffusa malattia neurodegenerativa, è caratterizzato da una serie di problemi del movimento provocati dalla morte progressiva dei neuroni, “avvelenati” da accumulo di alfa-sinucleina. In questo momento sono in studio diversi farmaci sperimentali che bloccano la formazione di ammassi di alfa-sinucleina. La soluzione ideale, quando questi farmaci saranno disponibili, sarebbe disporre di un esame diagnostico precoce, in modo da iniziare subito le terapie e fermare sul nascere i danni neurali della malattia.

Parkinson, test non invasivo per individuare accumuli di alfa-sinucleina

Da qui dunque nasce l’idea di un test non invasivo, basato su un tampone nasale, come quello per il Coronavirus: nel caso specifico del Parkinson, il tampone va alla ricerca di accumuli di alfa-sinucleina nel naso. In questo studio gli esperti hanno eseguito un tampone nasale su 63 soggetti sani ma con un disturbo del sonno noto per essere associato a comparsa di Parkinson negli anni successivi. Lo stesso tampone è stato poi eseguito anche su 41 pazienti con Parkinson e 59 soggetti sani di controllo.

Ebbene, il 44% dei soggetti a rischio di Parkinson, il 46% dei parkinsoniani e il 10% del gruppo di controllo sono risultati positivi al tampone. Buona parte dei soggetti positivi al tampone aveva anche disturbi dell’olfatto, un altro segno precoce di Parkinson. Secondo gli studiosi il tampone positivo nel 10% del gruppo di controllo potrebbe addirittura indicare che quei soggetti a loro volta si ammaleranno di Parkinson in futuro. Il prossimo passo sarà dunque seguire nel tempo il campione in studio per vedere chi si ammalerà e convalidare il tampone su un gruppo più ampio di individui.