Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa molto diffusa, che colpisce soprattutto persone over 60. I suoi sintomi si manifestano gradualmente, per poi evolvere ad uno stadio sempre più grave. Attualmente non si conoscono con precisione le cause che portano all’insorgenza di questa patologia, e non esiste una cura in grado di portare alla guarigione. Uno dei trattamenti più comuni aiuta a tenere sotto controllo i sintomi, senza rallentare il progredire della malattia. Ma un recente studio ha scoperto che un’attività fisica intensa potrebbe avere effetti molto positivi nelle prime fasi del Parkinson.
Morbo di Parkinson, il ruolo dell’attività fisica
Tra le malattie neurodegenerative, il morbo di Parkinson è una delle più diffuse (ad eccezione solo dell’Alzheimer). I sintomi iniziali prevedono tremore a viso, mani e gambe, rigidità del tronco e degli arti, problemi di equilibrio e di coordinazione. Nelle fasi successive, questi disturbi peggiorano sino a diventare invalidanti, e si aggiunge un declino cognitivo sempre più grave. Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Kyoto (in Giappone) ha evidenziato che fare esercizio fisico due volte a settimana potrebbe rallentare la progressione dei sintomi ai primi stadi della malattia.
La ricerca, pubblicata su Neurology, ha coinvolto 237 pazienti affetti dal morbo di Parkinson in fase iniziale e 158 volontari in salute. Entrambi i gruppi hanno praticato attività fisica in maniera regolare, sottoponendosi periodicamente a test cognitivi ed esami per valutare le loro condizioni. I risultati sono molto interessanti: coloro che hanno svolto almeno 4 ore di esercizio da moderato a intenso ogni settimana hanno avuto un calo più lento delle capacità di deambulazione e di equilibrio. Gli effetti benefici del moto si sono estesi anche alle funzionalità cognitive, con un rallentamento dei sintomi tipici del Parkinson.
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno anche scoperto che non è solamente l’attività sportiva a contrastare l’insorgenza della malattia. Ogni tipo di attività che richiede dispendio di energia ha avuto effetti simili: che si tratti di lavoro, tempo libero o momenti da trascorrere in famiglia, queste pratiche aiutano a rallentare il declino che inevitabilmente coinvolge i pazienti affetti dal Parkinson.