Acufene e orecchie tappate possono essere sintomi legati al benessere mentale anche se spesso non vengono associati.
Disturbi d’ansia generalizzati possono condurre a una serie di manifestazioni che tipicamente non sono note o collegabili, che per questo vengono ignorate da chi ne soffre.
Ci sono sicuramente dei fattori fisici scatenanti, ma in altri casi si tratta di problematiche di stress o comunque condizioni d’ansia che portano a disturbo poco comuni.
Se ti dicessimo, ad esempio, che il ‘terribile’ acufene e la sensazione di avere le orecchie tappate possa derivare da uno stato d’ansia, ci crederesti?
Orecchie tappate e acufene: sintomo di ansia
L’ansia può essere molto subdola e talvolta difficile da diagnosticare. Il campo, infatti, è così esteso e può acquisire delle sfaccettature diverse che è veramente impossibile ricondurre a una sola tipologia o ad un insieme di sintomi.

Quando si percepiscono i suoni in modo ovattato, come se le orecchie fossero tappate, un fischio costante o l’acufene, potrebbe esserci una problematica che va ben oltre il disturbo fisico. Potrebbero essere, infatti, tutte sintomatologie di un disturbo ansioso, correlato anche a maggiore sudorazione, senso di oppressione, tremori, mal di testa, rigidità muscolari e confusione.
In casi del genere, quindi, si avvertono ronzii, fischi, squilli e tutti disturbi sonori che sono veramente difficili da sostenere. Più sono presenti, infatti, e più si va in ansia, scatenando una sorta di circolo chiuso perché l’uno comporta l’altro e viceversa. L’impatto può essere veramente importante sulla vita delle persone. Per questo è fondamentale porre la giusta attenzione e non sottovalutare il problema.
La correlazione che c’è tra ansia e orecchie è ancora in fase di studio. Secondo i dati ad oggi disponibili, però, sembrerebbe essere tutto legato all’acido glutammatico, un amminoacido responsabile della trasmissione degli stimoli sotto forma di impulsi elettrici. Quando c’è lo stress è difficile elaborare lo stimolo per il cervello. Quindi il passaggio viene alterato, generando anche un malfunzionamento del nervo acustico.
Esistono oggi diverse terapie specifiche. Tra queste c’è il Tinnitus Retraining Therapy, che mira a rieducare il cervello riportandolo ad una nuova condizione in cui impara a ignorare l’acufene di sottofondo. La terapia deve essere condotta per almeno un anno prima di essere effettiva. Ed è ad oggi tra gli strumenti più efficaci possibili. Infine, in casi del genere è importante anche valutare una terapia psicologica per ridurre l’ansia e lo stress.