Nei pazienti obesi aumenta la gravità del Covid-19, con maggiori probabilità di richiedere ricoveri in terapia intensiva, intubazione e ventilazione meccanica. A cui si aggiunge un dato ulteriormente scoraggiante: l’obesità raddoppia la mortalità nei pazienti ospedalizzati positivi al coronavirus. A confermarlo sono diversi studi, come spiega Alexis Elias Malavazos, responsabile del servizio di nutrizione clinica e prevenzione cardiovascolare presso il Policlinico San Donato.
Obesità e risposta immunitaria ridotta
Dal momento che l’obesità è caratterizzata da un’infiammazione sistemica di basso grado, “i pazienti affetti da obesità sono più suscettibili alle infezioni a causa di una ridotta risposta immunitaria agli agenti infettivi“, spiega Malavazos. Oltre a presentare una maggiore morbilità e mortalità come conseguenze all’infezione, nei pazienti obesi si evidenzia una riduzione della risposta immunitaria alle vaccinazioni e al trattamento antimicrobico. Secondo gli studiosi, il principale responsabile delle malattie infiammatorie dell’obesità è da identificare nel tessuto adiposo che si accumula a livello dell’addome.
Aumenta il rischio di complicanze
La maggior suscettibilità agli stati infiammatori si verifica anche nel caso del Covid-19, dove il paziento affetto da obesità, soprattutto se si tratta di obesità addominale, è soggetto a un rischio aumentato di complicanze cardiache e polmonari legate alla malattia. “Questo è dovuto al fatto che il paziente con obesità – spiega Malavazos – ha già un grado di infiammazione di grado lieve, ma cronico, e – prosegue il medico – , in conseguenza dell’infezione da Sars-Cov-2 il processo infiammatorio aumenta di grado, diventando così molto severo“.
Un altro elemento a sfavore è costituito dal tessuto adiposo epicardico, ovvero il tessuto adiposo che circonda il cuore, che risulta essere più infiammato nei pazienti affetti dalle forme più severe di Covid-19, “il che potrebbe spiegare il perché diversi pazienti sviluppano delle miocarditi in conseguenza dell’infiammazione del tessuto adiposo epicardico che circonda il miocardio“, spiega Malavazos.
Colpiti anche i pazienti giovani
Contrariamento a quanto si potrebbe pensare, questo fenomeno non interessa soltanto i pazienti adulti o anziani, ma anche quelli più giovani. “Per questo, è necessario identificare i soggetti a maggior rischio e porre ancora maggior attenzione all’obesità, una vera e propria malattia che porta con sé gravi conseguenze in campo cardiologico e cardio-metabolico, come ipertensione arteriosa e diabete“, conclude Malavazos.