I ricercatori della School of Psychology dell’University of Liverpool hanno analizzato il ruolo svolto dai farmaci per combattere l’obesità, giungendo alla conclusione che essi da soli non bastano. Se si vuole perdere peso, infatti un ruolo determinante assumono le nostre abitudini alimentari e i comportamenti che mettiamo in atto nel rapportarci al cibo.
Le abitudini quotidiane della società moderna, che spingono gli uomini a poter accedere facilmente e anche a basso costo a quei cibi che contengono molti zuccheri e grassi, non rappresentano un elemento da trascurare. Infatti, se da sempre l’uomo ha sfruttato il meccanismo di accumulo delle risorse nutritive, per sopravvivere anche nei periodi in cui esse non erano disponibili, oggi questo sistema non porta a nient’altro che ad un accumulo di peso da considerarsi eccessivo.
Da questo punto di vista i farmaci contro l’obesità non possono rivelarsi efficaci, se non si apportano modifiche sostanziali a quelle che sono vere e proprie abitudini sociali. D’altronde una riflessione in proposito va fatta, altrimenti il prezzo da pagare è troppo alto in termini di diabete e di disturbi cardiovascolari.
Lo scopo che i farmaci vogliono raggiungere è troppo limitato e non si interviene su tutti i fattori che determinano un’eccessiva alimentazione. In primo luogo assumono un’importanza fondamentale i processi psicologici che determinano i diversi comportamenti alimentari. Di tutto questo si deve tenere conto, se si vuole realizzare dei farmaci contro l’obesità che siano veramente validi. Il futuro sul ruolo svolto da questi farmaci va visto proprio in questo senso.
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