Piccoli, indifesi, del tutto dipendenti dalle cure della madre per la loro sopravvivenza. Eppure, già a sei mesi i neonati attraversano una fase cruciale dello sviluppo cerebrale. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di neurologi della University of Sheffield in Inghilterra, che sarà pubblicato sulla rivista Psychological Science.
I ricercatori hanno scoperto che nei primi sei mesi di vita i neonati imparano a distinguere e a catalogare per importanza gli stimoli che ricevono, come ad esempio suoni, sapori, odori, colori o parole in lingua straniera. Questa fase di “assorbimento” è assolutamente cruciale in quanto se nei 12 mesi successivi questi “dati” ricavati dall’ambiente circostante non saranno utilizzati, il loro destino sarà quello di essere eliminati dal cervello.
Ancora una volta, la scienza sottolinea l’importanza delle attenzioni dei genitori e della qualità del fattore ambientale, per quanto riguarda lo sviluppo cerebrale dei bambini. La costruzione della rete neuronale e lo sviluppo negli anni successivi delle capacità cognitive e relazionali dei più piccoli dipendono infatti dalla sensibilità e dalla preparazione dei genitori.
E’ importante, infatti, che quando il bambino riceve una stimolazione la riceva in modo costante e non una tantum, per evitare che venga in seguito “scartata” dal cervello tra le cose poco importanti. Associare alla stimolazione una emozione o il contatto fisico con uno o entrambi i genitori rafforza il processo di assimilazione, perché i bambini nei primissimi anni di vita hanno una memoria di tipo emozionale.
Insomma, amore, attenzione, costanza da parte dei genitori e un ambiente sano e ricco di stimoli aiutano i bambini a crescere meglio e a diventare adulti più capaci ed intelligenti in futuro.