Il reflusso gastrico è un disturbo comune che colpisce sia le donne che gli uomini: alcuni consigli su cosa mangiare per alleviare i sintomi.
Il reflusso gastroesofageo è una condizione clinica multifattoriale che si verifica quando i succhi gastrici risalgono nell’esofago, causando spesso un fastidioso bruciore. Questo disturbo può essere occasionale o cronico e si manifesta principalmente dopo i pasti o prima di coricarsi. La causa principale è un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, la “valvola” che normalmente impedisce al contenuto dello stomaco di risalire verso l’esofago.
La sua presenza è largamente diffusa nella popolazione e, sebbene spesso possa essere gestito attraverso cambiamenti nelle abitudini alimentari, in alcuni casi può richiedere un trattamento più specifico. È fondamentale, quindi, conoscere i cibi da evitare in caso di reflusso gastrico per prevenire l’insorgenza dei sintomi.
I cibi da evitare per combattere il reflusso gastrico
I sintomi del reflusso gastroesofageo possono variare notevolmente da una persona all’altra. Alcuni dei più comuni includono la sensazione di nodo in gola, che può portare a difficoltà nella deglutizione e problemi digestivi come nausea. In alcuni casi, il reflusso può causare laringite, una condizione che causa infiammazione e irritazione delle corde vocali. Ecco perché, per combattere il reflusso gastrico, è importante sapere quali cibi evitare.

Tra questi spiccano i cibi ricchi di grassi, come formaggi stagionati, salumi, fritture, cioccolato e cacao. Anche le bevande gassate e il vino bianco possono aggravare i sintomi. Oppure alimenti che includono l’aglio e la cipolla cruda, il burro, la panna e alcuni formaggi. Anche le carni molto grasse o cotte a lungo, come la salsiccia, le costine, gli affettati grassi, i brasati o gli arrosti, dovrebbero essere consumate con moderazione.
Talvolta, saltare i pasti può sembrare la soluzione ideale per evitare il reflusso, ma in realtà può solo peggiorare la situazione. Quando eviti di mangiare, infatti, lo stomaco rimane vuoto per un lungo periodo di tempo, aumentando la produzione di acido gastrico. Successivamente, durante il pasto successivo, dovrà lavorare in modo più intenso per favorire la digestione, aumentando quindi il rischio di sperimentare i sintomi.
Piuttosto, è meglio mangiare pasti piccoli e frequenti durante l’arco della giornata. Questo aiuta a mantenere stabili i livelli di acido nello stomaco e riduce la pressione sullo sfintere esofageo inferiore. Inoltre, evitare di mangiare almeno due o tre ore prima di coricarsi può aiutare a prevenire il reflusso notturno.