Come l’epidemia di spagnola che sconvolse il mondo nell’autunno del 1918, anche la pandemia in corso rischia di andare incontro a una terza ondata di contagi. L’allentamento delle misure in vista del Natale e il desiderio di trascorrere le festività, come da tradizione, insieme a zii, cugini, nonni e amici, rischia di avere conseguenze importanti nei prossimi mesi. Se, grazie alle restrizioni messe in campo, la curva epidemiologica è attualmente in calo, dopo le feste di Natale e Capodanno il rischio di un nuovo innalzamento è dietro l’angolo. A lanciare l’allarme è Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo).
Secondo Filippo Anelli, oggi più che mai, non bisogna abbassare la guardia: “Non pensiamo che Natale possa essere una zona franca. Perché non lo è“. Infatti, dietro l’angolo di un Natale rilassato, si nasconde “il rischio di un virus che presenta il conto, ancora una volta“, spiega il presidente di Fnomceo.
Necessarie misure in vista delle feste
L’allentamento delle misure attualmente in vigore può portare a situazioni difficilmente governabili, come preannunciato dalle scene viste domenica a Milano. Infatti, con il passaggio da zona rossa a zona arancione, molti milanesi sono tornati a fare acquisti in vista del tradizionale scambio di doni a Natale. Il ritorno allo shopping costituisce un’ulteriore occasione di incontro tra le persone, innalzando considerevolmente i rischi di contagio.
Potrebbe arrivare una terza ondata
Allo shopping natalizio, rischiano di aggiungersi i momenti di aggregazione e incontro, tipici di Natale e Capodanno, a meno che restrizioni sempre più severe non vengano imposte a partire dal 22 dicembre fino ai primi di gennaio. Come sottolineato dal Filippo Anelli, “una nuova ripresa della diffusione del virus, con numeri che diventano sempre maggiori, ne sarebbe la conseguenza“. E conclude: “Questo ci avvierebbe, purtroppo, verso una terza ondata. Serve stare attenti e non vanificare i risultati ottenuti“.
La sanità rischia di non reggere
L’inizio del nuovo anno si preannuncia molto preoccupante, secondo l’ordine dei medici italiani. Il possibile aumento dei casi di Covid-19 legato alle feste natalizie, il picco influenzale e l’avvio della vaccinazione contro il Coronavirus, in cui saranno impegnati i medici, rischiano di creare un mix esplosivo per la tenuta del servizio di sanità pubblica.
“Siamo molto preoccupati – ammette il presidente Anelli – A gennaio, all’eventuale aumento di casi legato alle feste, si sommeranno eventi importanti. Uno è l’influenza che ha il suo picco proprio tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. Ai malati Covid si sommeranno i malati con l’influenza“. E’ proprio questa una delle maggiori preoccupazioni per cui i medici chiedono il prolungamento del lockdown.
Trascurati i pazienti non Covid
“Sin da oggi bisogna conteggiare non solo i morti e i malati Covid – precisa il presidente della Fnomceo – ma anche quelli non Covid. Anche oggi le ambulanze arrivano in ritardo su un incidente perché impegnate con malati Covid“. E continua nel drammatico elenco: “già oggi succede che i nostri anziani con frattura di femore non riescono a fare l’intervento nelle 72 ore e questo comporta un aumento della mortalità; sin da oggi gli infartuati hanno un’assistenza meno tempestive“.
Non bisogna abbassare la guardia
Tutto questo, secondo Filippo Anelli, è evitabile. “Se mettessimo a frutto le nostre esperienze, quelle che abbiamo fatto finora, e se riuscissimo a seguire le regole di protezione“, dice il presidente, preoccupato anche per il fatto che “i cittadini tendono a minimizzare“. Il messaggio che erroneamente passa è che, se non siamo in zona rossa, siamo liberi da restrizioni. “Non è così“, asserisce Anelli, e conclude: “Dovremmo comportarci sempre come se fossimo in zona rossa. Il virus morde ancora tantissimo“.