Nanotecologie: protocollo europeo per una ricerca responsabile

Sarebbero sette i principi su cui la Commissione europea ha stilato delle indicazioni a cui attenersi, non imperative; il documento approvato si intitola: "Codice di condotta per una ricerca responsabile sulle nanoscienze e le nanotecnologie" con il quale si auspica di ottenere buoni risultati, quali, primo fra tutti, la sottoscrizione da parte degli Istituti di Ricerca e delle Imprese per la garanzia di un impiego sicuro delle Nanotecnologie.

Nanotecnologia

L’Europa
decide, di fronte alle necessita’ stimolate dallo sviluppo continuo della ricerca medica nell’ambito della scoperta scientifica, come gestire la normativa sulle nanotecnologie, per coniugare necessita’ di studio e diritti etici. Ad avere bisogno di una rivisitazione, le norme che regolano l’impatto delle nanotecnologie sulla salute umana e sull’ambiente.
Sarebbero sette i principi su cui la Commissione europea ha stilato delle indicazioni a cui attenersi, non imperative; il documento approvato si intitola: “Codice di condotta per una ricerca responsabile sulle nanoscienze e le nanotecnologie” con il quale si auspica di ottenere buoni risultati, quali, primo fra tutti, la sottoscrizione da parte degli Istituti di Ricerca e delle Imprese per la garanzia di un impiego sicuro delle Nanotecnologie.
I sette principi su cui il Codice ha ritenuto necessario aggiungere nota sono i seguenti: si parte dalla definizione del significato della attivita’ di ricerca, o meglio, sulla necessaria condizione che le attivita’ che gli Istituti e le Imprese iniziano, siano spiegate, comprese, presentate a chi ne deve fruire, direttemente o indirettamente, devono rispettare interesse e volonta’ della comuita’, non essere contrarie all’interesse sociale; la sostenibilita’ in fatto di sicurezza e di etica sono le basi su cui poggia un sano sviluppo, detto appunto sostenibile; la ricerca nanotecnologica ha bisogno di uno spirito pioniero ma precauzionale, in cui sia valutato anche l’eventuale impatto di queste applicazioni tecnologiche sull’ambiente, sulla salute e sulla sicurezza; le attivita’ di ricerca devono essere aperte e trasparenti, garantendo il massimo diritto di accesso all’informazione, qualora sia richiesto, garantendo la possibilita’ di partecipare ai bandi di gara e ai processi decisionali a tutti i soggetti della collettivita’ idonei a partecipare; le buone pratiche di laboratorio in nanotecnologia devono distinguersi per eccellenza e per integrita’ della ricerca.
Infine due ultime note su cui la Commissione Europea ha ritenuto di intervenire: le Imprese e gli Istituti di Ricerca devono garantire innovazione e resposabilita’ negli ambiti gia’ sopra espressi; come incentivo alle attivita’ nanotecnologiche, la Commissione ha erogato un contributo di 403.000 Euro ai ricercatori dell’Unione Europea e degli USA per aiutare all’adeguamento interno dei singoli nei casi di volonta’ di aderire al protocollo.

A chi e’ rivolto il protocollo:
si parla di nanotecnologia quando nei laboratori e’ sfruttata la capacità di misurare, osservare, manipolare e fabbricare su dimensioni comprese tra 1 e 100 nanometri. Un nanometro è un miliardesimo di un metro; per fare un esempio comprensibile, un capello umano, ha un diamentro di 100.000 nanometri.