Formula dell’invecchiamento: sempre più vicini alla scoperta

Come funziona il processo d'invecchiamento? Perché le cellule, arrivate ad un certo punto, invece di rinnovarsi iniziano ad invecchiare? Sono anni che la scienza tenta di dare una risposta a queste domande e forse ora siamo alla svolta decisiva. Scopriamo i dettagli.

signora anziana sorridente
Foto Unsplash | Ravi Patel

Secondo alcuni studi americani di qualche anno fa, l’invecchiamento potrebbe essere ritardato grazie all’utilizzo di un enzima.

Ma come funziona il processo d’invecchiamento? Perché le cellule, arrivate ad un certo punto, invece di rinnovarsi iniziano ad invecchiare? Sono anni che la scienza tenta di dare una risposta a queste domande e forse ora siamo alla svolta decisiva.

La risposta risiederebbe nelle mutazioni genetiche del proprio DNA. Scopriamo i dettagli.

Mutazioni genetiche alla base dell’invecchiamento

Un nuovo studio condotto dal Wellcome Sanger Institute e dalla Società zoologica di Londra  e successivamente pubblicato su Nature ad aprile 2022, dà una svolta alla ricerca sull’invecchiamento.

È stato scoperto che alcuni mammiferi, compreso l’uomo, concludono la loro vita sulla terra con un numero simile di mutamenti genetici.

La maggior parte delle mutazioni non sono dannose, mentre altre influiscono sul funzionamento della cellula facendola invecchiare o, peggio, dandole uno sviluppo tumorale.

I ricercatori hanno sequenziato l’intero genoma in 208 singole cripte intestinali da 56 individui in 16 specie.

Lo studio sull’uomo ha confermato che le singole cripte presentano un accumulo lineare di mutazioni con l’età. I processi mutazionali studiati sono per la maggior parte endogeni, indipendenti dunque da mutageni ambientali.

Con la ricerca si è scoperto che la vecchiaia dipende da un mutamento genetico presente in una vasta gamma di mammiferi.

Le mutazioni dell’invecchiamento diminuiscono all’aumentare della vita

Il tasso di mutazione diminuisce all’aumentare della durata della vita di ciascuna specie. Sebbene la maggior parte delle mutazioni sia innocua, alcune di esse, invece, possono nuocere alla cellula e spiegare almeno in parte l’invecchiamento.

Secondo Alex Cagan, primo autore della ricerca, scoprire che la durata della vita è inversamente proporzionale al tasso di mutazioni somatiche suggerisce che esse possano svolgere un ruolo nell’invecchiamento e in futuro questo potrebbe essere d’aiuto nel tentare di fermare questo processo.

Nonostante questa ricerca sia un enorme passo avanti, anche i ricercatori non si sentono arrivati e ammettono di essere ancora lontani dal capire come funziona l’invecchiamento. 

Noi possiamo fare la nostra parte per allontanare l’invecchiamento, per esempio con un’dieta anti-invecchiamento.