Cos’è il morbillo
Cos’è il morbillo? Come detto prima, si tratta di una malattia infettiva particolarmente contagiosa, che può essere trasmessa per via aerea, tramite starnuti, saliva e colpi di tosse. Solitamente, quando la malattia si è verificata, questa non può più essere contratta in seguito. Il morbillo colpisce circa 20 milioni di persone l’anno, in special modo in posti del mondo come l’Asia e l’Africa: ultimamente, però, è stato registrato un picco del contagio di adulti e bambini in Italia dovuto alla riduzione delle vaccinazioni. Generalmente, il morbillo si manifesta durante l’infanzia e fa parte delle cosiddette “malattie esantematiche”.
I sintomi della malattia
Come si manifesta il morbillo? Come si riconosce? I sintomi della malattia sono abbastanza caratteristici. Il morbillo è, nello specifico, un’infezione virale che colpisce il sistema respiratorio, oltre a quello immunitario e ad interessare anche la pelle della persona affetta. I sintomi iniziali fanno la loro comparsa tra i due e i quattro giorni dopo l’attacco del virus e, inizialmente, sembrano molto simili a quelli influenzali, includendo:
- Malessere generale
- Febbre lieve
- Naso che cola
- Dolori muscolari
- Mal di gola
- Inappetenza, da combattere con alcune tisane
- Rossore agli occhi
- Aumento della lacrimazione degli occhi
- Tosse secca
- Mal di testa, contro cui è utile l’acqua di zenzero
- Sensibilità alla luce
Una volta terminata la fase iniziale, prende il via quella acuta: si tratta del massimo grado di manifestazione della malattia, che includerà tutti i sintomi – anche quelli cutanei – che scompariranno dopo circa 10 giorni dalla loro comparsa. Della sintomatologia, fanno parte:
- Macchie di Koplik, ovvero delle lesioni biancastre con alone rosso a grappolo che sono localizzate, soprattutto, nella mucosa della bocca e che rappresentano il segno tipico del morbillo
- Eruzioni cutanee di colore rosso su diverse parti del corpo – che partono dalla fronte – generalmente della durata di due settimane, che si presentano come piccole macchie rosse con la punta sollevata
- Prurito
- Febbre alta, che può arrivare a raggiungere e superare i 40° per una durata non superiore ai 4 giorni
Le possibili complicanze
Le possibili complicanze sono relativamente rare, ma il morbillo può rivelarsi fatale da 30 a 100 volte ogni 100 mila soggetti colpiti. Le complicanze riguardano, soprattutto:
- Convulsioni
- Infezioni batteriche come laringiti, otiti, polmoniti o encefaliti
- Affanno
- Cattiva respirazione
- Tosse con muco giallo
- Rigidità del collo
- Stanchezza
- Vomito
- Instabilità
- Diarrea
- Perdita di coordinamento
Le cause dell’infezione
Quali sono le cause dell’infezione? Come detto prima, il morbillo è provocato da un virus: nello specifico, si tratta del virus Paramixovirus.
Il contagio del morbillo
Come si trasmette il morbillo? Il contagio della malattia avviene per contatto delle secrezioni di naso e di saliva, in special modo per via aerea. La probabilità di contagio è del 90 per cento, se non si è vaccinati e si entra in contatto con un soggetto infetto: si tratta, infatti, di una malattia altamente contagiosa. La trasmissione avviene quando si entra in contatto diretto con delle goccioline infette: questa può, quindi, avvenire tramite semplici starnuti o colpi di tosse, che permettono la diffusione del virus attraverso l’aria.
La durata e l’incubazione
Per quanto riguarda la durata e l’incubazione – ovvero, il tempo compreso tra la prima esposizione al virus e la comparsa dei sintomi – è di circa due settimane o meno. Una volta comparsi i sintomi, il morbillo durerà circa 8-10 giorni.
La diagnosi della malattia
Alla comparsa di segni e sintomatologia, è opportuno contattare, tempestivamente, il medico che potrà stabilire la diagnosi e la corretta terapia da intraprendere, dopo aver effettuato gli esami e le analisi necessarie. Oltre alla visita medica, allo studio dei sintomi e agli esami del sangue, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori test di approfondimento, se il medico lo riterrà necessario.
La cura contro l’infezione
Quali sono i rimedi contro l’infezione? Non esiste alcun trattamento specifico per contrastare il morbillo. Generalmente, chi viene contagiato deve stare a riposo per favorire la scomparsa dei sintomi e assumere molti liquidi. Tuttavia, è possibile ricorrere a delle cure di supporto per contrastare la sintomatologia ed eliminare il rischio di complicazioni: potrebbero, infatti, essere prescritti farmaci antibiotici – se si sospetta la presenza di un’ulteriore infezione batterica – ibuprofene e paracetamolo per un’azione analgesica e antipiretica, che possano diminuire la febbre e il dolore, oltre a sciroppi per la tosse. Va, invece, assolutamente vietata la somministrazione di aspirina nei bambini con malattia virale, in quanto il suo uso è stato spesso associato allo sviluppo della sindrome di Reye. È, inoltre, suggerita l’assunzione di integratori di vitamina A come supporto alla vista, in quanto una possibile complicanza del morbillo è rappresentata proprio dalla cecità.
L’importanza del vaccino
Da non sottovalutare, l’importanza della prevenzione e del vaccino: è, infatti, possibile vaccinarsi per eliminare la possibilità di essere contagiati durante il corso della propria vita. Generalmente, i neonati sono protetti dal morbillo per 6 mesi dopo la nascita, in quanto l’immunità è trasmessa dalle mamme. Negli ultimi anni, i casi di morbillo sono in aumento, proprio per la scelta di molti genitori di non vaccinare i propri figli. Prima della nascita della vaccinazione contro il morbillo – si parla del 1960 – si segnalavano oltre 500 mila casi di morbillo ogni anno; mentre, dal 2000 al 2007, sono stati segnalati circa 63 casi per anno. Recentemente, però, i focolai sono in aumento, per cui si consiglia di provvedere alla vaccinazione: questa viene effettuata con due dosi, dai 12 ai 15 mesi di età e di nuovo dai 4 ai 6 anni di età, per un’efficacia del 98–99 per cento e la durata di tutta la vita. La vaccinazione non può essere effettuata alle donne in gravidanza, ai bambini con tubercolosi, leucemia o tumori, ai soggetti che hanno accusato reazioni allergiche alla gelatina o all’antibiotico neomicina e alle persone il cui sistema immunitario è compromesso. Il vaccino può, inoltre, fornire una certa protezione anche se somministrato entro 72 ore dall’esposizione. In seguito alla vaccinazione, possono comparire degli effetti collaterali temporanei, come febbre – circa 6-12 giorni dopo il vaccino – ed eruzioni cutanee non contagiose che scompaiono autonomamente.
La prognosi
Infine, la prognosi dipenderà da fattori come la tempestività nell’intervenire e la gravità della condizione, oltre che dall’età e dallo stato di salute generale del paziente.