Milza ingrossata: cause, cura e dieta

Milza ingrossata

Articolo aggiornato il 3 Febbraio 2016

Milza ingrossata

Le cause della milza ingrossata sono molteplici e un ruolo importante è svolto dalla dieta. Ma qual è la cura contro questo disturbo, nemico della salute dell’organismo? La milza ingrossata è conosciuta anche come “splenomegalia” e consiste, per l’appunto, nell’aumento delle dimensioni dell’organo in questione: non si tratta, quindi, di una malattia, ma può essere sintomo e/o causa di altre patologie più o meno gravi. La milza è un organo che si trova nell’addome – per l’esattezza, alla sinistra dello stomaco – che svolge diverse funzioni importanti: è, infatti, fondamentale per la produzione di globuli bianchi e per il sistema immunitario, per la prevenzione di infezioni ed è, inoltre – tra le altre cose – una riserva di piastrine e di ferro. Ma qual è la sintomatologia della milza ingrossata? Quali le cause e il trattamento da intraprendere? Che ruolo svolge l’alimentazione? Scopriamo di più in merito.

I sintomi

La milza ingrossata è spesso asintomatica, almeno quando è all’inizio: per questa ragione, capita che venga scoperta durante le visite mediche di routine o un’ecografia all’addome effettuata per un altro motivo. Generalmente, la splenomegalia è sintomo di un’altra malattia, ma quando è una condizione grave può causare dolore e senso di appesantimento, senso di sazietà, sensibilità alle infezioni, anemia, febbre alta, perdita di peso, pallore, diarrea, debolezza, fatica, stanchezza, linfonodi gonfi, emorragie frequenti, fragilità capillare ed ematomi.

Le cause

Le cause che possono causare l’ingrossamento della milza sono diverse: si può, infatti, trattare sia di cause di natura infiammatoria che tumorale o infettiva. Una delle ragioni più diffuse è la mononucleosi infettiva, seguita da cause come tumori, leucemia, malattie del fegato – ipertensione portale o cirrosi, ad esempio – infezioni batteriche – come l’endocardite che ha diversi sintomi, la gastroenterite, epatite B o C, HIV, la malaria o la sifilide – talassemia e anemia. Ci sono, poi, l’artrite reumatoide, la malattia di Gaucher, la malattia di Niemann-Pick e la sindrome di Hurler, che possono causare l’ingrossamento della milza.

La cura

Importante è svolgere dei controlli periodici dal proprio medico e contattarlo, in ogni caso, alla comparsa dei sintomi: il medico potrà così effettuare una corretta diagnosi – tramite analisi del sangue e alcuni esami, come ecografia, radiografia, TAC e risonanza magnetica – e decidere la giusta terapia, a seconda della gravità del problema e lo stato di salute del paziente, nonché la sua storia clinica. Solitamente, comunque, la splenomegalia è trattata curando, principalmente, la malattia che ne è stata, eventualmente, la causa: ad esempio, antibiotici nel caso di infezioni batteriche. Inoltre, sono consigliati riposo e niente stress – ci sono molti modi per evitarlo – per non incorrere in un abbassamento delle difese immunitarie. Purtroppo, spesso, le cure non sono sufficienti per la risoluzione del problema, per cui è necessario svolgere un intervento chirurgico di asportazione: è, infatti, possibile vivere senza milza, ma ci sarà un rischio maggiore di contrarre infezioni gravi, per cui è opportuno vaccinarsi almeno contro la polmonite, le infezioni alle ossa, la meningite e le infezioni alle articolazioni, ai polmoni e al sangue.

La dieta

Infine, è bene precisare l’importanza dei rimedi naturali e di una corretta alimentazione per evitare ulteriori conseguenze: una dieta sana può, infatti, aiutare a rafforzare il sistema immunitario. Come? Andranno evitati i cibi grassi ed elaborati – carne, pesce, latte e i suoi derivati – alimenti fritti, alcol, bevande zuccherate e consumare, piuttosto, molta frutta, verdura, cereali integrali e legumi, privilegiando una cottura semplice: ad esempio, quella al vapore è in grado di conservare bene le caratteristiche del cibo.

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