Metaverso, la nuova frontiera del trattamento dei disturbi mentali

Secondi alcuni studi la realtà virtuale, e in particolare il Metaverso, può rappresentare un valido strumento per trattare le persone che soffrono di disturbi mentali e fobie

ragazza con visore per il metaverso
Foto Shutterstock | ChiccoDodiFC

Può il Metaverso essere quel luogo virtuale dove le persone che soffrono di disturbi mentali come ansia e depressione, di disturbi alimentari e di fobie, possono trovare una cura adeguata e risolutiva alle loro problematiche? Secondo alcuni studi recenti pare proprio di sì. In particolare, l’utilizzo di visori e dispositivi può rappresentare un valido aiuto alla cura e al trattamento di diverse patologie.

Siamo abituati a pensare al Metaverso e alla realtà virtuale come ad un luogo ”ludico”, dove passare il tempo tra una faccenda e l’altra della vita reale, ma a dire il vero usare internet per questioni che hanno a che fare con l’ambito medico non è fantascienza ma una prassi che si sta consolidando sempre di più.

Curare i disturbi mentali nel Metaverso è realtà già oggi

Ansia sociale
Foto Freepik | mdjaff
Anche la psicoterapia sta facendo passi da gigante nel trattamento dei disturbi mentali attraverso la realtà virtuale, e recentemente due ricercatori dell’Università Vrije di Amsterdam hanno pubblicato uno studio sui benefici riscontrati da alcuni pazienti sottoposti ad esperienze virtuali tramite visori e altri strumenti.

Miguel Barreda Ángeles e Tilo Hartmann hanno dunque concluso che il Metaverso può essere il luogo dove le persone che soffrono di ansia, fobie, depressione, disturbo post-traumatico da stress e disturbi alimentari, possono trovare giovamento.

Cosa c’è alla base di questi esperimenti? La dimensione virtuale, che somiglia a quella vera pur non essendo vera, permette alle persone con disturbi mentali di vivere una esperienza psicologica particolare. Una esperienza che è simile ma anche diversa da quella che potrebbero vivere nel mondo reale.

Inoltre, si pensa anche di sostituire l’uso di sostanze psicoattive e di psicofarmaci con sedute di realtà virtuale, in futuro. In particolare con lo scopo di migliorare la capacità di adattamento sociale dei pazienti con problematiche cerebrali. E a dimostrare la validità di tale metodo c’è anche uno studio pubblicato su Scientific Reports.

Cerca su Google