Un’attività fisica moderata può rafforzare la memoria, al contrario gli sport portati avanti per molti anni in modo molto duro potrebbero avere un effetto negativo sulla memoria e le conseguenze si manifesterebbero in età adulta. Ad affermarlo è Mary Tierney dell’Università di Toronto, che ha condotto uno studio specifico sull’argomento con la collaborazione di altri studiosi. I risultati sono stati presentati in occasione della Conferenza annuale dell’Alzheimer’s Association.
In particolare la ricerca ha riguardato gli effetti che uno sport protratto nel tempo hanno sulle donne. Lo studio ha preso in considerazione 90 donne tra i 50 e i 63 anni di età, delle quali sono state analizzate le abilità mnemoniche e cognitive per mezzo di una serie di otto test. Alle donne è stato chiesto se e con quale frequenza si fossero sottoposte ad esercizi fisici estenuanti.
Dalla ricerca è emerso che le donne che nel corso degli anni si erano dedicate a sport faticosi come il nuoto, il podismo, il ciclismo, il basket e il raquetball avevano ottenuto negli test cognitivi punteggi inferiori rispetto alle altre donne. Da quanto è risultato è evidente una correlazione tra sport faticosi e abilità cognitive.
In ogni caso Maria Cirillo, direttore dell’Alzheimer’s Association preferisce essere prudente, specificando che servono ulteriori conferme e che non è detto che l’attività fisica estenuante sia la diretta responsabile dell’effetto sulle funzioni cognitive. Sul fenomeno potrebbero incidere altri fattori determinanti e in primo luogo lo stress. La ricerca in sostanza non vuole porsi come negatrice degli effetti benefici apportati dallo sport, ma solo un monito a trovare un giusto equilibrio nella pratica dell’attività fisica.
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