Una delle preoccupazioni quando si fa il bagno al mare è di incontrare le meduse: non tutte però sono pericolose.
Fra le preoccupazioni di chi fa il bagno in acqua al mare c’è sicuramente quella di incontrare le meduse. La paura è quella di essere “punti” da queste: in realtà le meduse non pungono ma, con i loro tentacoli, sfiorando la pelle, provocano ustioni dolorose. Il caldo dell’estate ha portato le meduse a popolare maggiormente i mari ma non tutti gli esemplari sono pericolosi, anzi alcune sono del tutte innocue.
Riconoscere le meduse può essere il primo modo per potersi difendere da quelle che sono pericolose. Quelle meno pericolose invece non desteranno problemi e anzi si potrà continuare a nuotare in tranquillità (sebbene la vista delle meduse può non essere comunque piacevole e spaventare, anche se sono innocue).
Le meduse a cui fare attenzione: ecco come riconoscerle
Avere un incontro ravvicinato con le meduse può non essere piacevole: se possibile, se si nota questo animale planctonico, allontanarsi con calma dall’acqua. Se invece si viene punti da una medusa, sciacquare ripetutamente la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire le tossine rilasciato dai tentacoli non ancora penetrate nella pelle. Nel caso della presenza dei tentacoli, rimuoverli con un coltello senza lama. Se appaiono invece altri sintomi come nausea, vomito, sudorazione, mal di testa, e così via, recarsi subito al Pronto Soccorso.

Ecco le meduse più pericolose:
- Rhizostoma palmo: il suo diametro di 50-60 centimetri e i 10 kg di peso la rendono la più grande del Mediterraneo. Ha il cappello a forma semisferica opalescente trasparente, dai bordi sfrangiati blu-viola e dal corpo a manubrio composto da otto prolungamenti biancastri tendenti al trasparente, con tentacoli allungati e sfrangiati. La sua puntura provoca solo prurito che scompare dopo poco.
- Cotylorhiza Tuberculata: anche questa abita il Mediteranneo. Le meduse di questa specie hanno un diametro di 30 cm e un ombrello a forma di disco bianco al cui centro è presente una gobba rotonda e gialla. Il bordo è frastagliato e oscilla tra il giallo e il verde. A differenza delle altre non hanno tentacoli ma molte braccia che partono dai quattro lobi della bocca e finiscono con un bottoncino blu o viola. Sono innocue e la loro puntura provoca solo un leggero fastidio.
- Aurelia Aurita: è bianca/trasparente e si presenta a forma di ombrello, sulla cui sommità si trovano quattro strutture circolari, le gonadi, che formano una specie di quadrifoglio. I suoi tentacoli corti e sottili sono urticanti.
- Carybdea marsupialis: è una specie Atlantica diffusa però anche nel Mediterraneo. È grande circa 3 centimetri, ha una forma quasi cubica ed è trasparente. L’unica cosa visibile sono i suoi 4 tentacoli lunghi fino a 30 centimetri a forma di anelli rossi, che sono molto urticanti. Il suo veleno può provocare serie ustioni e in alcuni casi portare alla morte. Attacca gli arti e se si viene colpiti, è bene rimuoverli subito e iniziare a curare l’ustione nel più breve tempo possibile usando sorgenti di calore come sabbia o acqua bollente o tamponare la puntura con ammoniaca.
- Pelagia noctiluca: le meduse di questa specie sono grandi solo 10 centimetri di diametro mentre i tentacoli arrivano anche a 2 metri e sono di colore marrone rosa o violetto traslucido. Le ustioni provocate dal suo contatto sono molto urticanti. Va rimosso subito il veleno usando acqua di mare o un gel al cloruro di alluminio.

- Drymonema dalmatinum: l’ombrello di queste meduse può raggiungere anche 2 metri. Sono molto rare da trovare nei mari Mediteranneo e Adriatico ma i loro tentacoli sono molto urticanti.
- Chrysaora hysoscella: si trova nell’oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo. I suoi tentacoli sono poco urticanti e provocano solo poco prurito e leggero bruciore.
- Physalia physalis: è la più pericolosa fra tutte le meduse. È stata avvistata al largo di Sicilia, Sardegna e Calabria. In realtà non è una medusa ma un sifonoforo ovvero non un solo organismo pluricellulare ma più individui specializzati di quattro tipi diversi, chiamati zooidi. I suoi tentacoli, lunghi da 10 a 50 metri, possono sparare fino a 10 tipi di veleno molto dolorosi e pericolosi.
Quando si ha il contatto con i tentacoli delle meduse, rimanere calmi, uscire dall’acqua e iniziare a curare l’ustione senza ricorrere a rimedi naturali (ad esempio urina). Se in dubbio o se i sintomi dovessero peggiorare, recarsi al Pronto Soccorso.