Le frontiere della medicina si fanno sempre più interessanti grazie a quelli che potremmo definire dei nanoprocessori biologici. L’ultima scoperta in questo senso arriva da un gruppo di scienziati della Hebrew University di Gerusalemme e della University of Liege, che sono riusciti a mettere a punto delle molecole di Dna in grado di elaborare risposte a stimoli diversi.
Si tratta in sostanza di piccolissimi computer ricavati da materiale biologico, che potrebbero svolgere delle funzioni molto importanti a vantaggio della nostra salute. Naturalmente è ancora troppo presto per poter fare delle ipotesi concrete, ma le prospettive in questo senso non sono affatto da trascurare, perché potrebbero rappresentare una grande risorsa per il futuro. Le molecole che sono capaci di fare da nanoprocessori potrebbero essere immesse nel nostro organismo e sarebbero in grado di riconoscere virus o tumori.
Nel caso in cui si imbattano in questi elementi, potrebbero essere capaci di rilasciare dei farmaci adatti a contrastare l’infezione o la malattia. Occorrono ancora molti anni e molte ricerche, perché si possa giungere un livello di questo tipo. I nanoprocessori a Dna potrebbero comunque diventare degli elementi essenziali per effettuare una diagnosi precisa e fornire così al paziente la cura più efficace. Si potrebbero sviluppare in questo modo dei farmaci in grado di attaccare le malattie dall’interno.
Tutto questo forse sarà possibile grazie alla scoperta che il nostro Dna, se costruito in maniera corretta, è in grado di legarsi ai biomarcatori, innescando una reazione chimica che può rilasciare una molecola.
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