Sono sempre più le persone che ricorrono alla chirurgia estetica per sentirsi meglio davanti allo specchio, e tra gli interventi più richiesti c’è senza dubbio la mastoplastica additiva. Un seno più grande e più sodo è il sogno di tantissime donne: a volte si vuole solo aumentarne le dimensioni (la famosa “taglia in più”), altre invece si è alla ricerca di un modo per risolvere inestetismi come un seno svuotato a seguito di gravidanza e allattamento. In ogni caso, oggigiorno è possibile ricorrere a due diverse tecniche, ciascuna con i suoi pro e contro. Una è la classica mastoplastica additiva mediante l’inserimento di protesi, l’altra prevede l’uso di innesti di grasso. quale delle due è meglio?
Mastoplastica additiva, le due tecniche a confronto
La mastoplastica additiva è un vero e proprio intervento chirurgico, uno tra i più effettuati dalle donne in ambito di chirurgia estetica. Che si tratti di inserire delle protesi o di fare un innesto di grasso, si tratta pur sempre di un’operazione e in quanto tale è bene riflettere attentamente su quale opzione scegliere. Cerchiamo dunque di fare chiarezza sulle due alternative. Innanzitutto, dobbiamo specificare che con il termine “mastoplastica additiva” si intende solamente l’aumento del seno mediante inserto di protesi in gel di silicone. L’intervento con innesto di grasso si chiama invece lipofilling.
Quest’ultimo viene praticato prelevando del grasso da altre parti del corpo, solitamente dall’addome, dai fianchi o dalle cosce. Il tessuto adiposo viene poi purificato e iniettato nel seno, per renderlo più pieno. Questa tecnica è la scelta migliore se si desidera eliminare qualche accumulo di grasso, mentre la mastoplastica con protesi è ottimale soprattutto per chi vuole aumentare la taglia del proprio seno, piuttosto che solamente rimpolparlo e rassodarlo. Ma quale delle due tecniche ottiene effetti migliori? Ora lo rivela uno studio.
Mastoplastica, i risultati delle due tecniche
Il professor Pietro Gentile dell’Università Tor Vergata di Roma ha condotto uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Medicine, nel quale ha messo a confronto l’uso delle protesi e del grasso autologo. Il suo lavoro ha preso in considerazione 55 donne trattate con mastoplastica additiva e 50 donne che si sono sottoposte ad innesto di grasso. Nel corso della ricerca, il professore ha preso in considerazione le eventuali deformità delle mammelle, mediante un’attenta valutazione clinica, fotografica e strumentale – ovvero attraverso risonanza magnetica, mammografia ed ecografia.
Lo studio ha evidenziato che l’uso delle protesi ha mostrato ottimi risultati estetici ad un anno nell’89% delle pazienti, contro il 64% delle donne che hanno ricevuto l’innesto di grasso. Tuttavia, queste ultime hanno ottenuto un risultato più naturale, oltre ad un seno più facilmente trattabile nel caso di insorgenza di deformità mammarie. In ogni caso, sia le protesi che il lipofilling si sono rivelati interventi sicuri ed efficaci.
Questa ricerca mette in luce quegli effetti che, nella pratica clinica, numerosi esperti avevano già evidenziato. Il lipofilling può infatti non dare risultati duraturi – in alcuni casi il tessuto adiposo si riassorbe ed è necessaria un’ulteriore seduta per rimpolpare il seno. Ma il suo effetto dal punto di vista estetico è più naturale. Senza contare che la tecnica permette, al contempo, di effettuare una liposuzione in altre parti del corpo.