Malattie trascurate: in Italia si diffondono e rappresentano una minaccia

Il motivo dell’allarme è dato dai continui flussi migratori , per lo più incontrollato, che dai Paesi poveri conducono molti “disperati” verso i Paesi ricchi, un problema sentito di cui si è parlato nei mesi scorsi a Verona in occasione del sesto Congresso europeo di Medicina Tropicale e Salute Internazionale

Articolo aggiornato il 13 Dicembre 2009

Neglected Diseases
Se diciamo ascariosi, filariasi, Morbo di Chagas, non è detto che siano in tanti a sapere di cosa si stia parlando, eppure ci riferiamo a malattie che uccidono qualcosa come mezzo milione di persone all’anno nei Paesi più poveri del mondo ma non per questo a noi, popoli ricchi, dovranno fare meno paura e non solo per un fatto etico, che pure ci starebbe tutto, ma anche, ahinoi, per un motivo meramente opportunistico.
Il motivo dell’allarme è dato dai continui flussi migratori , per lo più incontrollato, che dai Paesi poveri conducono molti “disperati” verso i Paesi ricchi, un problema sentito di cui si è parlato nei mesi scorsi a Verona in occasione del sesto Congresso europeo di Medicina Tropicale e Salute Internazionale.
 
Un’altra malattia che ci spaventa non poco è la malaria, quasi del tutto scomparsa da noi e della quale ci ricordiamo solo quando viaggiamo verso mete tropicali. Ma ci sono patologie racchiuse all’interno di un termine sicuramente oscuro come “ Neglected Diseases “ che stanno diventando importanti anche in Italia. Tali patologie trascurate, di cui la ricerca non si occupa perché riguardano mercati poco appetibili conglobano patologie quali la malaria, la tubercolosi, la tripanosmiasi, per lo più parassitosi molto gravi che adesso non sono più esclusiva delle popolazioni del Sud America o dell’Africa, ma si fanno strada anche fra le comunità di extracomunitari che vivono nel nostro Paese e non è detto che non possano contagiarla anche ad altri.
 
Risulterebbe saggio da parte della nostra Classe dirigente attuare una politica di contrasto all’immigrazione clandestina ed al contempo di controllo di quella presente regolarmente nel nostro Paese al fine di istillare anche in queste persone il valore della prevenzione e dell’apporto della medicina ufficiale nei confronti delle malattie di cui potrebbero soffrire mediante il ricorso a politiche sociali che non sempre riescono a farsi strada in comunità spesso del tutto chiuse e ancorati tenacemente alle loro tradizioni così in antitesi con il nostro modo di vivere. Ma se qualcuno si muove in questa direzione viene immediatamente etichettato come razzista ed invece il razzismo è ben altra cosa!

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