Malattie infettive: come si trasmette la rabbia

Tra le malattie infettive trasmesse dall'animale all'uomo, la rabbia è tra le più pericolose; infatti causa gravi danni a livello del sistema nervoso centrale

Articolo aggiornato il 29 Giugno 2010

Rabbia SilvestreLa rabbia, nota anche come rabbia silvestre, è un’infezione che colpisce tutti gli animali a sangue caldo, domestici e non. Essa viene trasmessa prevalentemente attraverso il morso degli animali infetti. E’ un’infezione causata da un virus che provoca gravi danni a carico del sistema nervoso centrale. Dopo la comparsa dei primi sintomi ogni tentativo di salvare la persona o l’animale infetto è inutile: la morte sopraggiunge in pochi giorni. Ecco perchè è necessaria ed importante la prevenzione nelle zone in cui la malattia infettiva è presente. 

Perchè rabbia silvestre? Attualmente l’infezione è presente in tutta Europa con un ciclo chiamato silvestre: infatti colpisce sopratutto gli animali selvatici. Viene trasmessa in particolare da animali morsicatori, come le volpi; dagli animali selvatici la rabbia può essere trasmessa agli animali domestici, sopratutto cani e gatti che possono essere morsicati dalle volpi. Ha così inizio il ciclo urbano: la malattia si diffonde dove vive l’uomo, che può essere infettato proprio da cani e gatti. L’infezione può avvenire a causa di graffi, morsi o contatto con la saliva dell’animale infetto.
 
La rabbia è una zoonosi (malattia trasmessa dall’animale all’uomo), tenuta sotto controllo in Italia. Infatti l’Italia ora è ritenuta indenne; la Sardegna addirittura è ritenuta indenne da oltre 50 anni. Tutto ciò grazie all’introduzione della vaccinazione antirabbica. Se si è morsicati da un’animale, che si presume sia infetto, occorre lavare bene e disinfettare la ferita. Dopo di che recarsi il prima possibile in ospedale dove sarà iniettato intorno alla ferita siero antirabbico e sarà effettuata la vaccinazione. In questo modo il virus, che raggiunge lentamente il cervello, viene bloccato prima di agire. In alcuni casi può essere somministrato anche il siero antitenaico, se non si è già stati vaccinati.

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