Articolo aggiornato il 10 Luglio 2008
Diagnosi superficiali, poca voglia di fare bene, poco tempo e poche risorse, al che sono cotretti a entrare all’opera i volontari: decisi a risolvere tutte le situazioni incerte e inconcludenti causate dalla malasanita’; associazioni che difendono i malati e cercano di capire dove il sistema sanitario fa la falla. Di malasanita’ in Italia ancora si muore, specialmente nei centri meno ricchi, dove gli interessi del malato passano in secondo piano rispetto agli interessi della rete di rapporti che sta dietro alla gestione delle strutture mediche.
Le associazioni del malato servono a fare da cuscinetto, tra le famiglie e l’istituzione, ma non sono la risposta definitiva al problema della malasanita’, nonostante la grande diffusione dei servizi gratuiti del mondo del volontariato e della mutuabilita’. Ma quanto costa e vale davvero la pena di farsi sentire in maniera ufficiale? Secondo le unioni del malato si’, ne vale la pena a livello individuale e anche a vantaggio della collettivita’.
A dare un senso alle domande che i malati traditi si pongono c’e’ il Tribunale per i diritti del malato, nato nel 1980 per una scelta politica e sociale del forum spontaneo di CittadinanzAttiva. Costituito da circa 10.000 volontario e’ entrato anche negli ospedali di tutta Italia, dove ha delle sedi di riferimento per raccogliere vicino alla gente i reclami e le spontanee manifestazioni di disappunto dei malati.
Portare una denuncia scritta e tutta la documentazione del caso, serve per denunciare un abuso, una negativa assistenza, un mancato intervento; per fare una segnalazione che abbia valore si deve scrivere tutto, principalmente basandosi sulla propria cartella medica, e tutti i documenti saranno visionati da un medico legale e da un avvocato, che daranno il loro parere di responsabilita’ oggettiva. Nel caso in cui non si riesca a muoversi da soli intervengono le associazioni in difesa del malato in sua vece.
Oltre che questo servizio esiste la AVEM, Associazioni per le Vittime di Errori Medici, la quale e’ nata nel 2002, e lavora con 100 operatori tra avvocati e medici in tutta Italia. Antonio Ciccarelli, il Presidente dell’Associazione, spiega che c’e’ una commissione medica e legale a valutare le pratiche legali e ad assumersi la responsabilita’ e le spese di un processo.
I casi piu’ spesso trattati sono in ginecologia e in chirurgia, anche se maggiormente e’ il poco ascolto dato al malato a causare un errore. La maggior parte delle denunce e’ collocata nel Nord Italia, dove la gente sa quali sono i suoi diritti, e come si puo’ fare per farli valere, la mentalita’ e’ aperta alle diatribe, che si affrontano con l’abitudine a fare ricorso se le cose vanno male e a denunciare le inadempienze.