Mal di sushi a Milano: boom di ricoveri per la sindrome sgombroide

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Articolo aggiornato il 5 Ottobre 2016

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E’ mal di sushi a Milano, con un boom di ricoveri per la cosiddetta sindrome sgombroide. Si moltiplicano gli interventi delle forze dell’ordine del Nas per questa patologia provocata dalle cattive condizioni in cui sono conservati il tonno e il pesce azzurro. Tutto si manifesta con nausea, mal di testa, rossore a livello del viso e, nelle situazioni più gravi, può verificarsi anche l’edema della glottide, con il pericolo di soffocare. L’azienda sanitaria, la Ats, ha lanciato un vero e proprio allarme per il rischio a carico di chi mangia pesce crudo.

L’ultimo caso è quello di quattro medici che hanno conseguito un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato tonno in un ristorante. Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri che, dopo un’ispezione al locale, hanno rintracciato delle irregolarità nella modalità di conservazione del pesce. Anche in un bar sono state rilevate delle anomalie nel tonno scottato poco fresco, che ha determinato malori in diversi avventori.
Gli esperti raccomandano di usare prudenza, per evitare che il sushi faccia male, e di rivolgersi a ristoranti di cui si è sicuri per la qualità dei cibi serviti. Nel frattempo si intensificano i controlli, perché si possa essere sicuri di mangiare il pesce crudo. Nel caso della sindrome sgombroide si deve intervenire con cortisone o antistaminici, ma prima di ogni altra cosa serve prevenire.
Gli interventi di controllo sono effettuati, oltre che nei locali in cui dopo aver mangiato alcune persone sono state male, anche al mercato generale del pesce. Si cerca di contenere il fenomeno rintracciando quei casi di contaminazione del pesce determinata anche dal trasporto in condizioni igieniche non ottimali.

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