Chi guarisce dal Coronavirus può presentare degli strascichi a lungo termine della malattia: la sindrome del Long Covid colpisce moltissime persone e le tempistiche variano da soggetto a soggetto, arrivando anche a 9/10 mesi, così come i sintomi: fatica cronica, spossatezza, malessere, ansia, cefalee difficoltà di concentrazione e stanchezza mentale reattivi. A tutto questo si aggiungono anche disturbi fisici, come per esempio anomalie e problematiche nella coagulazione del sangue.
A scoprirlo è stato uno studio portato avanti dall’università irlandese RCSI University of Medicine and Health Sciences, pubblicato sul Journal of Thrombosis and Haemostasis: i ricercatori che già avevano osservato una difficoltà della coagulazione nelle persone che avevano contratto in forma grave il virus, questa volta si sono concentrati su un campione di 50 persone con Long Covid per capire se anche dopo la guarigione questo tipo di problematiche persistesse.
Gli scienziati hanno rilevato i marcatori della coagulazione significativamente più elevati nel sangue rispetto alle persone sane, esponendole perciò maggiormente al rischio di trombi, sia che il paziente avesse contratto il Covid in forma tanto grave da dover essere ricoverato, sia che si fosse curato a casa. Inoltre, questa anomalia è risultata essere strettamente correlata ai sintomi del Long Covid. Una deduzione che spiegato la dottoressa Helen Fogarty, autrice principale dello studio, ICAT Fellow e dottoranda presso l’Irish Centre for Vascular Biology nella RCSI School of Pharmacy and Biomolecular Sciences, è dovuta dal fatto che i marcatori della coagulazione sono risultati elevati mentre quelli dell’infiammazione sono tornati alla normalità con la guarigione.
Questa scoperta aiuta significativamente nel comprendere come si sviluppa il Long Covid e quindi quali sono i trattamenti più efficaci per curarlo. Nel mondo sono milioni le persone che ne sono colpite e sono destinate ad aumentare con il crescere dei contagi, perciò continuare a studiare questa conduzione e sviluppare trattamenti efficaci è urgente e necessario, come ha sottolineato un altro autore dello studio, il professor James O’Donnell, direttore dell’Irish Centre for Vascular Biology.