Le liste di attesa per la sanità pubblica in Italia lasciano molto a desiderare per ciò che concerne i tempi previsti per poter usufruire di visite mediche ed esami specifici. A mettere in evidenza tutto questo è stato il rapporto che è stato presentato da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. I dati sono molto evidenti sulla situazione complessa legata alle liste d’attesa.
Già in passato il Tribunale del malato aveva segnalato i lunghi tempi d’attesa. L’analisi dei dati ha permesso di riscontrare un aumento dei tempi rispetto agli anni precedenti per tutto ciò che riguarda la possibilità di accedere presso le strutture sanitarie pubbliche ad esami, visite specialistiche e interventi chirurgici. Il record d’attesa spetta all’oncologia e all’odontoiatria, anche se la situazione non è certo migliore per l’ecografia all’addome, per la Tac, per l’ortopedia e per la chirurgia generale. Le liste d’attesa lunghe comportano il diritto di curarsi all’estero.
Tempi lunghi anche per ginecologia e ostetricia e quindi le donne in gravidanza devono rivolgersi al settore privato. Il rapporto non si occupa solo dei lunghi tempi di attesa, ma mette in evidenza anche la mancanza di sicurezza nell’ambito dei servizi sanitari. In questo senso diverse preoccupazioni sono collegate agli errori medici, i quali possono essere legati alle diagnosi o alle terapie. Non meno allarme destano le infezioni che vengono contratte in contesto ospedaliero.
La sanità italiana registra anche esempi apprezzabili. Fra questi non possiamo non ricordare il Servizio di assistenza protesica integrativa della Asl Torino 1, l’Unità operativa n. 2 di psichiatria di Trento e il Dipartimento materno-infantile dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma, che hanno avviato specifici progetti dai risultati importanti.