Leucemia, i trattamenti combinati all'arsenico

Il problema delle staminali tumorali, altresi' e' dovuto al fatto che, anche se dormienti, esse possono essere riattivate da cause coincidenti.

Articolo aggiornato il 12 Maggio 2008

Leucemia
Sarebbe un farmaco a base di arsenico il nuovo farmaco che, secondo i ricercatori della Universita’ Harvard di Boston sarebbe in grado di uccidere le staminali, nella leucemia mieloide cronica; la ricerca e’ stata condotta in collaborazione con il dipartimento di ematologia della Universita’ di Torino.

La ricerca, condotta dal ricercatore Paolo Pandolfi, e’ di interesse particolare, considerando il fatto che il farmaco potrebbe essere indicativo della giusta direzione anche per i farmaci che serviranno a curare le altre malattie legate allo sviluppo del cancro leucemico: se inoltre fosse la risposta alla cura di altri tipi di cancro sarebbe risolutivo per la lotta contro il cancro.
Di fatto i ricercatori sono impegnati nel prevedere enel prevenire le ricadute causate dalle staminali tumorali, che riescono a tornare a sviluppare tumore anche a distanza di anni dalla prima guarigione; se le staminali tumorali potessero essere uccise, allora il problema delle ricadute sarebbe risolto.
L’attuale terapia si basa sull’uso del farmaco Gleevec, che secondo i piu’ aggiornati dati pubblicati sul “The New England Journal of Medicine” hanno mostrato che il farmaco Imatinib ( basato su Glivec / Gleevec ) e’ la terapia che, nel lungo periodo, presenta i migliori risultati in termini di guarigione; secondo lo studio IRIS le risposte terapeutiche sono in aumento, e il rischio annuale di progressione alla malattia e’ dello 0.6% circa a 5 anni.
I pazienti che sono trattati con Imatinib hanno una speranza di sopravvivere del 89% circa, e del 95% a 60 mesi escluse le cause coincidenti. Prima della terapia attuale la speranza di vita era del 50% senza ricaduta e del 50% con ricaduta, circa, che tradotto in tempi significava una meta’ di casi di ricaduta entro i 3/5 anni. Il problema delle staminali tumorali, altresi’ e’ dovuto al fatto che, anche se dormienti, esse possono essere riattivate da cause coincidenti.
Il farmaco le risveglia e le sottopone cosi’ a nuovo trattamento, indebolendosi, aumentando la possibilita’ di ucciderle grazie a terapie come la chemioterapia, la radioterapia, e l’uso degli anticorpi monoclonali; lo studio sara’ avviato per verificare la possibilita’ di effettuare una terapia combinata.

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