L'influenza 2012/2013 è arrivata: i primi casi, la prevenzione e le cure

I primi casi di influenza 2012/2013 si sono già manifestati

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Articolo aggiornato il 9 Gennaio 2013

influenza 2012 2013 casi prevenzione cureL’influenza 2012/2013 presenta dei sintomi ben specifici. Si manifesta con un malessere generale, dolori muscolari, mal di testa, stanchezza, naso chiuso, brividi, febbre e problemi intestinali. I sintomi non sono affatto da trascurare, perché si potrebbe arrivare a delle complicazioni. I primi casi di influenza 2012/2013 hanno fatto registrare un picco con più di 50.000 soggetti coinvolti, specialmente fra i bambini più piccoli, fino ai 4 anni. Si prevede comunque che la fase di maggiore espansione sarà registrata a fine gennaio.

Il primo caso italiano stagionale è stato isolato al Policlinico di Pavia. Si è trattato di un virus di tipo A, che ha colpito un pakistano da anni residente in Italia e che è stato ricoverato in rianimazione per un’infezione respiratoria. Come ogni anno si sono manifestati anche episodi di influenza suina A/H1N1.
Per difendersi dai virus influenzali bisognerebbe puntare molto sulla prevenzione. Le azioni da compiere in questo senso consistono nel lavaggio frequente delle mani e in una buona igiene respiratoria: bisognerebbe sempre coprire la bocca e il naso quando si starnutisce o si tossisce.
E’ raccomandato anche l’uso delle mascherine da parte dei soggetti che presentano una sintomatologia influenzale.
In ogni caso, per evitare la diffusione dell’infezione, è molto importante il vaccino. Quest’ultimo ha un’efficacia stimata dal 70 al 90% in base agli anni. E’ consigliato specialmente per i soggetti a rischio, gli anziani, i bambini e coloro che soffrono di patologie croniche, come diabete, malattie respiratorie, malattie dell’apparato cardiocircolatorio.
Per evitare il contagio, dovrebbero sottoporsi alla vaccinazione anche le donne che si trovino al secondo o terzo trimestre di gravidanza. Inoltre il discorso vale anche per i medici e il personale sanitario.
In Italia sono disponibili differenti vaccini: quelli a subunità, meno aggressivi, quello split, che contiene virus influenzali frammentati, il vaccino virosomiale, gli stagionali adiuvati con MF59 e quelli intradermici.
E’ sufficiente una sola iniezione, tuttavia i bambini al di sotto dei 9 anni, che non sono stati mai vaccinati, dovrebbero sottoporsi a due dosi iniettate a distanza di quattro settimane.
I farmaci efficaci contro il virus dell’influenza sono gli antivirali, che però dovrebbero essere assunti entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi e soltanto con il consulto del medico. Gli antibiotici possono essere utili soltanto nel caso di sovrainfezioni batteriche.
Ci sono poi i cosiddetti rimedi della nonna. Si tratta del brodo di pollo, capace di rendere più veloce il rinforzo della membrana dei globuli bianchi e, se consumato caldo, lubrifica il muco. Cipolle ed aglio hanno proprietà antisettiche ed espettoranti. Il miele inoltre calma la tosse e aiuta a combattere la raucedine.
Contro la congestione nasale è utile respirare i vapori caldi insieme ad essenze balsamiche. Inoltre non bisognerebbe trascurare di mangiare frutta e verdura in abbondanza, perché queste ultime, essendo ricche di vitamine e di sali minerali, aiutano a mantenere attivi i meccanismi immunitari.

L’influenza 2012/2013 sarà americana

25 marzo 2012
Giusto il tempo di archiviare la sua “collega” che, in questi mesi ha “assediato” Italia e italiani, mettendone a letto svariate migliaia, e si parla già dell’influenza. Non di quella appena lasciata alle spalle, dati alla mano dell’osservatorio InfluNet dell’ Istituto Superiore di Sanità, ma di quella che ci attende tra qualche mese. Scampata o, in molti casi, subita, l’influenza australiana della stagione appena conclusa, per il 2012/2013 a dare del filo da torcere agli italiani sarà un virus di nazionalità diversa, americano. La prossima “sfida” a suon di starnuti & co. sarà da combattere con l’influenza americana.
Quasi cinque milioni gli italiani messi a ko dall’influenza australiana, altrettante, o quasi, le vittime stimate per la prossima ondata influenzale, che tornerà ad abbattersi sul Bel Paese in autunno. Qualche mese di tregua per poi fare uno spiacevole incontro, quello con la già minacciata influenza americana.
Gli esperti non hanno dubbi e, mentre minacciano l’arrivo, nell’arco di qualche mese, della nuova influenza, ne delineano tratti e caratteristiche, studiano anche il “contrattacco”, contemplando una serie di ceppi virali specifici nel nuovo vaccino antinfluenzale. “Nel vaccino della prossima stagione, l’Oms ha inserito tre ceppi: A/California/7/2009, in pratica l’H1N1, la variante del pandemico presente anche quest’anno, e poi l’A/Victoria/361/2011 e il B/Wisconsin/1/2010, queste ultime nuove varianti. Saranno insomma ceppi ‘americani’, e non sappiamo che virulenza avranno, anche se ci aspettiamo un’altra stagione di media intensità” ha sottolineato un vero esperto, il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università di Milano.
L’andamento dell’australiana è stato lento ma deciso, con casi isolati autunnali, che hanno assunto proporzioni e numeri più in linea con il periodo durante le festività natalizie, per poi subire una brusca “accelerata” nel mese di febbraio, complice l’ondata di gelo, di grande freddo e di temperature polari impreviste. Secondo le previsioni degli esperti, anche l’influenza americana dovrebbe avere intenzioni e ritmo di diffusione simili: si inizia, alla grande, a dicembre, per poi “esplodere”, con il tanto temuto picco, a febbraio.
Se per noi, è appena cominciato il periodo di tregua e l’americana è un’ospite sgradita che si farà attendere ancora qualche mese, dall’altra parte del mondo, il virus influenzale sta già “scaldando i motori”, per colpire e diffondersi a dovere.
“A dispetto del nome, che definisce solo dove un ceppo è stato isolato la prima volta, anche quest’anno ovviamente l’influenza colpirà per primo l’emisfero sud, dove tra pochi mesi sarà pieno inverno. Da lì potremo già capire che tipo di circolazione e virulenza avranno i nuovi ceppi influenzali, e farci trovare pronti all’irrompere dei virus ‘americani'” ha aggiunto il professor Pregliasco.

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