Italia in crisi: 100 milioni di piante di frutta perdute, impatto su ambiente e clima

La perdita di 100 milioni di piante di frutta in Italia ha ripercussioni non solo sul settore agricolo, ma anche sull'ambiente e sul clima. Le cause di questo dramma nazionale sono molteplici e richiedono un'azione urgente da parte delle autorità competenti.

alberi da frutto

L’Italia è stata colpita da una grave crisi ambientale che ha visto la perdita di 100 milioni di piante di frutta. Questo evento ha avuto un impatto negativo sul settore agricolo del paese, ma anche sull’ecosistema e sul clima, causando preoccupazioni per il futuro della produzione alimentare e della sostenibilità ambientale.

In questo articolo esploreremo le cause di questa emergenza nazionale e le possibili soluzioni.

In Italia sono andati persi 100 milioni di alberi di frutta, scopri i dettagli
  1. Alberi da frutto in Italia, cosa sta accadendo
  2. Meno alberi significa più rischio ambientale

Alberi da frutto in Italia, cosa sta accadendo

In Italia sono scomparsi oltre 100 milioni di piante da frutto fresche negli ultimi quindici anni. La crisi riguarda soprattutto:

  • mele;
  • pere;
  • pesche;
  • albicocche;
  • uva da tavola;
  • ciliegie;
  • arance;
  • clementine.

È emerso ieri, nella giornata nazionale della frutta italiana a Cosenza, dove i giovani agricoltori della Coldiretti sono scesi in piazza per denunciare proprio questo risultato drammatico.

Come afferma la Coldiretti, la superficie italiana coltivata a frutta si è ridotta a 560mila ettari con la perdita di oltre centomila ettari rispetto a 15 anni fa.

La situazione peggiore riguarda aranci, peschi, uva, nettarine e pere.

Meno alberi significa più rischio ambientale

Avere meno alberi aumenta il rischio di alluvioni e frane. Gli alberi, inoltre, aiutano l’ecosistema con la rimozione di CO2.

Una pianta adulta – precisa la Coldiretti – è in grado di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina in un anno circa 20 chili di polvere e smog.

Ma il settore risente anche della concorrenza sleale delle produzioni estere: per esempio le pere cinesi arrivano in Italia, ma le pere italiane non arrivano in Cina perché c’è un divieto. Stessa cosa accade con i kiwi in Giappone, l’uva dall’Argentina e banane dal Brasile.

Questa crisi tocca non solo la salute degli italiani, ma anche il futuro delle oltre diecimila giovani aziende agricole che hanno scelto di investire nel settore ortofrutticolo.

Si spera che il Governo faccia quanto è possibile per prendere le redini di questa situazione.

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