Ieri, 27 dicembre, è iniziata in Italia la grande campagna di vaccinazione contro il Covid-19. I primi a essere immunizzati contro il coronavirus saranno gli operatori sanitari e i residenti delle Rsa; il vaccino verrà poi somministrato gratuitamente a tutta la popolazione, a partire dalle categorie più a rischio. Si tratta di “un’arma fondamentale nella lotta all’epidemia“, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, che ha predisposto sul suo sito ufficiale una pagina dedicata alle domande frequenti sul vaccino e alle bufale che circolano in questi giorni tra i cosiddetti No-Vax.
I vaccini contro il Covid sono efficaci?
“Per essere approvati dalle autorità regolatorie tutti i vaccini devono aver dato prova di efficacia“, si legge nel sito dell’Iss. “Nel caso del vaccino prodotto da Pfizer, il primo ad essere approvato, le sperimentazioni hanno mostrato un’efficacia del 94%“, riferisce l’Istituto Superiore di Sanità. In tutto il mondo sono in corso test sull’uomo di diverse decine di altri candidati, di cui alcuni già in fase avanzata, “che verranno approvati se si riveleranno efficaci e sicuri“.
Alla luce della velocità con cui è stato approvato, il vaccino è sicuro?
“I test richiesti dalle autorità ed effettuati sui candidati vaccini sono i medesimi di tutti gli altri vaccini già approvati in precedenza“, precisa l’Iss. In Europa l’iter di approvazione è stato velocizzato grazie alle maggiori risorse a disposizione e grazie un sistema di revisione inedito, “che prevede di esaminare i risultati delle varie fasi della sperimentazione man mano che arrivano e non ‘in blocco’ alla fine“. Nel caso del vaccino Pfizer i test sono stati effettuati su 44mila persone in diversi paesi del mondo.
Che cosa si intende per vaccino “a Rna”?
Nelle vaccinazioni di solito viene iniettato il virus indebolito, oppure una parte di esso. Il sistema immunitario riconosce l’intruso e inizia a produrre anticorpi che utilizzerà quando incontrerà quello vero. Nel caso dei vaccini “a Rna”, come quello per il Covid-19, “si inietta l’istruzione per produrre una particolare proteina, detta proteina Spike, che è quella che il virus utilizza per attaccarsi alle cellule“. In questo modo, la cellula produce da sola la proteina estranea, “che una volta riconosciuta fa attivare la produzione degli anticorpi“.
Questa tecnologia rischia di modificare il Dna?
Oltre a non avere le indicazioni per modificare il Dna, “l’Rna messaggero non entra mai nel nucleo della cellula, che è la parte che contiene il genoma, e non può quindi alterarlo in nessun modo“. Oltretutto, una volta eseguito il suo compito, l’Rna messaggero si degrada dopo pochi giorni.
Quanto dura la protezione?
Le analisi eseguite finora hanno dimostrato che la protezione dura alcuni mesi, “mentre – si legge tra le Faq dell’Iss – sarà necessario aspettare periodi di osservazione più lunghi per capire se una vaccinazione sarà sufficiente per più anni o si dovrà ripeterla“. Tuttavia, non è ancora chiaro se il vaccino protegga solo dalla malattia o impedisca anche l’infezione. Quindi, secondo quanto riferito dall’Istituto Superiore di Sanità, “almeno in un primo momento anche chi è vaccinato dovrà mantenere alcune misure di protezione“.
Quando potremo essere vaccinati?
In una prima fase il vaccino verrà somministrato agli operatori sanitari e ai residenti delle Rsa. In seguito, quando arriveranno ulteriori dosi, si procederà con il resto della popolazione, “a partire dai soggetti più fragili, come gli anziani o chi ha malattie pregresse“, si legge sulla pagine ufficiale dell’Iss. Il vaccino sarà gratuito e verrà somministrato in strutture pubbliche. Al momento sono esclusi dalla vaccinazione “i bambini e gli adolescenti, su cui non è stato testato il vaccino, mentre per le donne in gravidanza e allattamento sono in corso valutazioni“.
Quali sono gli effetti collaterali?
Come tutti i vaccini, anche quello contro il Covid-19 può dare effetti indesiderati. Tra le reazioni più comuni riscontrate in fase di sperimentazione, si riscontrano quelle già viste in altre vaccinazioni. In tutti i paesi che hanno adottato il vaccino, tra cui anche l’Italia, “c’è comunque un sistema di sorveglianza che raccoglie le segnalazioni“.