Intolleranza al grano: sintomi, dieta e cosa mangiare

L’intolleranza al grano ha sintomi precisi, come disturbi gastrointestinali, cefalea e problemi neurologici

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L’intolleranza al grano, tenero o duro, consiste in una reazione che si manifesta nei confronti di alcuni prodotti alla base dell’alimentazione quotidiana, come la pasta o il pane. Il tutto si esplicita attraverso sintomi specifici, come problemi gastrointestinali, stanchezza, cefalea e disturbi neurologici. La patologia non deve essere confusa con la celiachia, che è un disordine metabolico provocato dall’intolleranza al glutine, un composto proteico contenuto nei cereali e, oltre che nel frumento, si trova anche nel farro, nell’orzo e nell’avena. Come tutte le intolleranze alimentari, quella al grano comporta il seguire una dieta appositamente pensata per evitare complicazioni e quindi basata su alimenti scelti a tale scopo.

I sintomi

I sintomi dell’intolleranza al grano sono rappresentati innanzi tutto da alcuni disturbi che interessano l’apparato gastrointestinale: gonfiore addominale e difficoltà nella digestione. Possono non mancare le eruzioni cutanee, le dermatiti e i cambiamenti improvvisi che riguardano il peso corporeo. Il quadro sintomatologico viene completato dalla cefalea di natura infiammatoria, da un senso evidente di stanchezza e da disturbi neurologici associati spesso alla depressione.
Per evitare tutti questi problemi, è opportuno sottoporsi a test specifici per una diagnosi tempestiva. Fra gli esami che si possono effettuare ci sono il CAST, l’LTT e il test per il rilascio dell’istamina dai basofili.
Nel primo caso si misurano i mediatori della reazione allergica, nel secondo si prendono in considerazione le manifestazioni tipiche dell’ipersensibilità ritardata e nel terzo si studiano le cellule coinvolte nel disturbo, per vedere la quantità di istamina rilasciata.

Cosa mangiare

La dieta per l’intolleranza al grano presuppone la rinuncia a cibi che sono preparati con il frumento, la segale e il kamut, mentre vanno bene quelli che contengono farine di orzo, grano saraceno, mais, avena, miglio o quinoa. I prodotti alimentari di tal genere sono facilmente reperibili e lasciano la possibilità di compiere una scelta piuttosto ampia.
Gli alimenti da evitare sono soprattutto: farina bianca, pizza, pasta, pane, germe di grano, biscotti, fette biscottate e crackers, dolci e torte, creme da pasticceria, le pastelle per cucinare la carne e alcuni alcolici, come la birra, il whisky e il gin.
Per alcuni cibi vanno controllati con attenzione gli ingredienti contenuti. La regola vale per il cioccolato, per i dadi da brodo, per le salse, compresa quella di soia, per le minestre pronte e per i ripieni dei surgelati.